giovedì 22 luglio 2010

Torino - Recluso resite all'espulsione, presidio permanente davanti al Cie

Torino 19 luglio. Un detenuto del CIE di corso Brunelleschi sale sul tetto della sezione viola deciso a resistere. La sezione viola, di solito occupata dalle donne, da mercoledì scorso ospita gli immigrati della sezione bianca, gravemente danneggiata dall’incendio divampato durante la rivolta del 14 luglio.
Il ragazzo sul tetto è quello che, durante la giornata contro i CIE del 10 luglio, aveva lanciato una pallina con dentro la medicina che la Croce Rossa gli aveva dato per curare l’asma, un ottimo farmaco, peccato che fosse scaduto da ben due anni! Un altro recluso si trova in isolamento in attesa dell’imminente deportazione.
Intorno alle 14 comincia a formarsi un presidio solidale davanti all’ingresso del CIE in via Mazzarello. Qualcuno batte un po’ più in là, altri tengono d’occhio l’ingresso.
Purtroppo l’immigrato destinato alla deportazione viene fatto uscire su un cellulare che passa dall’ingresso secondario di corso Brunelleschi.
Sabri, questo è il nome del ragazzo sul tetto, ha il sostegno degli altri reclusi della sezione viola, che promettono di aiutarlo se la polizia dovesse forzare.
Il presidio antirazzista continua in corso Brunelleschi. In serata, complici le percussioni della Torino Samba band, i solidali, che nel frattempo sono cresciuti di numero, si avvicinano al muro del CIE e legano ad un palo una fiaccola. La polizia blocca con due camionette il controviale di corso Brunelleschi.
Per oltre un’ora si susseguono battiture e slogan poi comincia una lunga, partecipata assemblea, che discute come sostenere la lotta di Sabri e degli altri immigrati che, come lui, si sono fatti quasi sei mesi di CIE e, se non vengono deportati subito, potrebbero riguadagnare la libertà tra giovedì e venerdì.
Si decide di fare un presidio permanente davanti al CIE, rimanendo lì giorno e notte. In un batter d’occhio arrivano tavoli, sedie e persino un ombrellone gigante.
I reclusi si fanno sentire con battiture e grida: pare che uno abbia tentato senza successo di fuggire.
Il presidio prosegue ad oltranza. Chiunque possa è invitato a farsi vivo, anche solo per qualche ora, a portare cibo e bevande e, soprattutto, la propria presenza solidale.


E alla fine, dopo tre giorni di ostinata resistenza sul tetto, gli uomini di Maroni si sono presi Sabri. Sono arrivati poco dopo le sei del mattino, con la Celere e i Vigili del Fuoco - che un giorno o l’altro dovranno spiegare esattamente che mestiere fanno, ora che si son messi pure a dar sostegno alle deportazioni -, hanno scavalcato il blocco troppo fragile che i compagni facevano di fronte agli ingressi (quindici su via Mazzarello e quindici alla vecchia entrata di via Monginevro) e lo hanno tirato giù dal tetto: secondo gli altri reclusi dell’area viola, che hanno assistito alla scena, sarebbe stato ferito. Intanto, i compagni che avevano passato tutta la notte in presidio hanno provato a bloccare le due strade che portano al Centro e sono stati presi a manganellate e spintoni, e buttati per terra: nonostante queste scaramucce, però, le strade son rimaste chiuse, bloccate dai solidali ma anche dalla polizia che evidentemente voleva avere mano libera per fare i propri comodi.
Intorno alle sette, una macchina stipata di poliziotti in borghese ha portato via Sabri, seguita da un’ambulanza e dopo una mezz’oretta i compagni hanno tolto i blocchi e se ne son tornati al presidio in corso Brunelleschi.
In questo momento non si sa se Sabri sia in aeroporto, o in Questura, o in qualche ospedale. La sua lotta, però, non è ancora finita: è diventata la lotta di molti che come lui non accettano che la macchina delle espulsioni possa funzionare senza intoppi, così, come se fosse normale. A Caselle c’è chi sta spiegando ai viaggiatori che Sabri è un prigioniero che ha saputo lottare, e che va aiutato. A Roma, gli antirazzisti che presidiavano il tribunale in solidarietà con i ribelli di Ponte Galeria hanno fatto irruzione nel consolato tunisino. A Gradisca e in via Corelli, gli occhi sono puntati su Sabri e sulla sua storia.
A presto aggiornamenti, perché, come si suol dire, non finisce qui. Per chi è a Torino, una assemblea si terrà dalle 15 al presidio di corso Brunelleschi ed un corteo partirà da lì questa sera alle 21.

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