martedì 6 luglio 2010

Spagna - Juan Carlos Rico dal mattatoio carcerario di Valdemoro (Madrid III)


Sulla prigione/carcere: è già stato fatto, detto o scritto su questi "spazi ossari" in cui il potere assoluto sull'individuo determina efficacemente il "diritto" sulla vita e sulla morte di quelli che subiscono la reclusione, ovvero noi detenuti.

Parlare di carcere come istituzione totale e totalizzante è solo esporre uno dei suoi aspetti, quello che regola la vita del detenuto dentro la prigione. Il carcere è questo ed anche molto di più. La prigione è l'istituzione chiusa e quasi totalmente fosca in cui lo Stato o gli Stati, a livello internazionale ed in convivenza con le gerarchie dominanti parassitarie, esercitano non solo la tortura e la privazione dei "diritti" più elementari in maniera pianificata ma anche la mattanza industriale con fini mercantili contro tutte quelle sfere della popolazione a livello mondiale che non rientrano nel modello capitalista di produzione/consumo. Questa parte della popolazione è stata etichettata come "delinquente" da parte degli altri poteri: giudiziario, poliziesco.

Un altro degli aspetti già noti della prigione è quello di esercitare, mediante la sua sola presenza un monito costante alla popolazione "normalizzata" (ossia quelli che stanno/agiscono all'interno dell'attuale sistema sociale) su come potrebbe finire se non si adatta allo schema di condotta convenzionale, restando esclusi da questo schematismo le classi dirigenti. Infatti, non bisogna mai dimenticare che l'azione del carcere è rivolta esclusivamente alla popolazione che occupa la base della piramide dell'architettura sociale, quella degli svantaggiati, degli spossessati da tutto.

Per questo dico che è un dovere ineluttabile da parte degli esseri umani, coscienti e consapevoli di questa mattanza all'ingrosso, quello di DISTRUGGERE queste istituzioni, sia nelle fondamenta ideologiche che materiali. Quando dico distruggere, mi riferisco a DEMOLIRE queste costruzioni architettoniche che rinchiudono e annientano la vita umana, liberando dalle stesse i nostri fratelli e sorelle. In effetti tali istituzioni sono incompatibili con il divenire di una nuova forma di intendere il mondo e le persone che in esso vi abitiamo. In definitiva, il modo di concepire la vita.

Questo è solo il mio punto di vista e pertanto la mia unica pretesa è quella di contribuire a chiarire con umiltà, ma in maniera tassativa, alcune delle funzioni accessorie della reclusione.

Se non siete capaci di agire in maniera efficace contro il crimine istituzionalizzato a scala mondiale, ci avvieremo nuovamente a subire un altro olocausto o forse l'ultimo. Perciò, fratelli dovreste iniziare ad organizzarvi per assestare colpi a quest'istituzione assassina, a questo strumento di controllo sociale mediante il terrore nella mani delle caste dominanti, utilizzato per imporre la loro visione oligofrenica su come deve funzionare il progetto anormale di vita.

RICORDATEVI che stiamo parlando di centinaia di esseri umani morti, persone che vengono ASSASSINATE con totale impunità, in nome della democrazia, di fronte ai vostri stessi occhi. Rifletteteci.

Grazie per ascoltarmi/ascoltarci.

Haiti, l'ONU indaga su una “presunta” mattanza di prigionieri in seguito al terremoto, nella prigione di les Cayes,….. da aggiungere alla lista.

Approfitto dell'occasione per mostrare il mio sostegno e la mia solidarietà a Honorio Gómez Alfaro (Pope) per essere coerente con quel che pensa e per metterlo in pratica, perché quel che si pensa e che non ha alcuna incidenza nell'ambiente che ci circonda è solo un'astrazione sprovvista di effetti pratici.

FUEGO AL SISTEMA

JUAN CARLOS RICO RODRIGUEZ
Mattatoio carcerario di VALDEMORO

Modulo 4 di segregazione - MADRID III

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