martedì 22 dicembre 2009

Torino - Riprendiamo le ostilità

RIPRENDIAMO LE OSTILITA'!!

volantino distribuito al corteo del 19 dicembre a Torino

Spaventati ed insicuri, stanchi ed incattiviti al punto da perdere ogni capacità di comprensione e discernimento. Così ci vorrebbero i padroni dell'economia, perché una popolazione impaurita è una popolazione obbediente e facilmente governabile. L'economia mondiale è sull'orlo della catastrofe, la guerra continua a mietere le sue vittime tra i deboli e gli inermi, il progresso avanza per i privilegi dei soliti pochi mentre per gli altri significa vivere in un inferno di immondizia e cemento. In questo grigiore, stando a sentire la propaganda di regime che in maniera ossessiva e martellante ripete all'infinito i soliti messaggi di odio e discriminazione, dovremmo dare la colpa agli stranieri. Sfogare la propria rabbia e frustrazione sugli ultimi, rubare le briciole dal piatto del proprio vicino è certo una soluzione comoda. Il fatto è che resta una vile illusione, una bugia dalle gambe corte, che serve solo a nascondere le reali cause del malessere diffuso, le ambizioni di politici fascisti e mafiosi, la delirante ossessione per il potere di una cricca di affaristi e farabutti.

A Torino questo clima generalizzato di guerra alla società ha trovato negli ultimi mesi un nuovo capro espiatorio nel movimento delle case occupate e dei centri sociali. Mentre i militari rastrellano le strade a caccia di clandestini, mentre nelle carceri e nelle caserme si continua a morire per mano di poliziotti che evidentemente si sentono fin troppo sicuri della propria posizione sociale, mentre i soldi dei lavoratori vengono investiti in sorveglianza ed armamenti, i razzisti della Lega Nord e del Pdl, con la complicità di una sinistra che assomiglia sempre più alla brutta copia della destra, puntano l'indice contro qualche episodio di attiva resistenza come se il problema della violenza politica fosse riducibile a quella che per una volta ogni tanto sono essi a subire. Siamo indignati da tanta ipocrisia e non ci faremo intimorire, il nostro morale è alto e saremo ancora pronti a rispedire al mittente tutto l'odio e la paura che vorrebbero riversare su di noi. Hanno annunciato gli sgomberi, troveranno barricate!

Da più di vent'anni le occupazioni torinesi sono per tante persone degli spazi in cui è possibile vivere una socialità diversa e alternativa ai rapporti di forza e di sottomissione che regnano in tutte le altre sfere della società, dalla scuola ai luoghi di lavoro, dalla famiglia alle sedi di partito, dalla strada alla televisione. La recente occupazione de l'Ostile in corso Vercelli in appena un mese di vita lo ha dimostrato ancora una volta, diventando subito uno spazio di aggregazione ed autogestione che ha ospitato iniziative di vario genere nel segno della gratuità e della condivisione: dibattiti e riunioni sulle lotte contro i Cie e la militarizzazione, concerti e serate per organizzare la solidarietà nel quartiere e verso i tanti compagni colpiti dalla repressione, cinema e presentazione di libri, una palestra per insegnare l'autodifesa personale, un corso di italiano per i profughi di via Bologna. Tutto questo è stato cancellato ancora una volta dalle manie legalitarie di chi vorrebbe gestire tutto dall'alto, anche a costo di intervenire con la forza bruta della polizia, coinvolgendo gli abitanti della zona in ripetuti lanci di lacrimogeni, picchiando indiscriminatamente perfino una signora del quartiere che passava di là, e riconsegnando ancora una volta lo stabile vuoto ai legittimi padroni che non se ne curano e che se ne fregano dello stato di abbandono del quartiere perché tanto non ci vivono.

Non smetteremo mai di raccontare le infamie di cui si sono resi responsabili gli agenti schierati per lo sgombero, che non contenti di eseguire gli ordini hanno pensato di fare un po' anche di testa loro tagliando le gomme alle auto parcheggiate nei dintorni e cagando e pisciando dentro lo stabile sgomberato. Vogliamo anche ricordare la collaborazione dei pompieri nell'operazione, che hanno obbedito ligiamente alla polizia ed hanno fatto la loro parte spruzzando la pompa dell'acqua contro le casse da cui trasmetteva Radio Blackout, e non da ultimo qualche giornalista che si è sbilanciato in ricostruzioni fantastiche della lunga giornata di assedio, fingendo che il quartiere fosse tutto compatto e solidale con gli sbirri mentre chi c'era sa bene che, a parte qualche caso isolato, in molti modi è stata espressa simpatia e complicità con gli occupanti. Ma il dato veramente importante è che lo sgombero non è stato affatto facile e la polizia si è dovuta misurare per una intera giornata con la determinazione degli occupanti e dei solidali. Quattordici ore di resistenza sul tetto e nella strada. Ogni carica della polizia si è rivelata incapace di disperdere i manifestanti che a più riprese sono tornati indietro ad accerchiare gli sbirri bloccando le strade con cassonetti rovesciati e dati alle fiamme. Un piccolo, piccolissimo pezzo di Atene a Torino.

Nell'immediato futuro ci dobbiamo preparare a fronteggiare una nuova ondata repressiva, della quale gli sgomberi di luoghi relativamente giovani come il Velena Squat, il Fenix3, Ca' Neira e l'Ostile non sono che l'inizio. A Catania è stato recentemente sgomberato il CPO Experia, esistente da 17 anni, a Udine è stato posto sotto sequestro il CSA con ben 22 anni di storia. A Trento lo sgombero dell'Assillo ha comportato cinque avvisi orali, numerosi fogli di via e i domiciliari per tre degli occupanti. Sempre negli ultimi giorni è stato pesantemente caricato un corteo a Bologna, convocato per impedire un concerto nazirock, e conclusosi con l'arresto di altri tre compagni a cui va tutta la nostra solidarietà. Sempre a Torino la magistratura ha messo sotto sorveglianza speciale due compagni individuati come leader di numerose proteste che continuano a crescere, invalidando di fatto le ingenue analisi della Digos. Intanto gli scontri di piazza non si contano più, e in questo clima incandescente non possiamo che rallegrarci delle falle nel sistema di sicurezza del Presidente che in via del tutto eccezionale ha proiettato in mondovisione la propria vulnerabilità. Ora annunciano nuove misure restrittive verso i manifestanti e l'oscuramento dei siti internet più scomodi. L'inizio dei lavori di sondaggio per la realizzazione della Tav in Val di Susa determinerà anch'esso nei prossimi mesi un'accelerazione del conflitto sociale e della resistenza a questo modello di sviluppo rapace e autoritario. Il nostro appello è a non farsi trovare impreparati, a fare uno sforzo ancora maggiore per autorganizzare le forze su cui possiamo contare e a continuare sulla strada dell'agitazione e dell'ostilità.

individualità ostili

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Riportiamo il resoconto della lunga resistenza portata avanti in difesa dell'Ostile....

Torino - La lunga resistenza | Prove di Forza



10-12-2009 giovedi cosa sta succedendo oggi: L'esercito della repressione (la solita polizia, carabinieri,digos ecc) ha sgomberato la ca'neira alle 6.25; alle 6.45 le forze del disordine erano anche sotto l'ostile. Gli ostili sul tetto, i solidali li sotto (un centinaio) con corso vercelli bloccato, fermano l'intervento della grù e vengono caricati una prima volta; ne fa le spese una signora del quartiere uscita per comperare le sigarette: per lei manganellate sulla schiena e alle gambe (alcuni solidali la porteranno in ospedale).

19.00 Nasce una nuova ca'neira che viene sgomberata prima delle 20.00 con ingenti forze, dopo una resistenza sul tetto da parte di alcuni ed incatenamenti a finestre di altri; vengono portati in via Grattoni(in quattro) e rilasciati intorno alle 23.00.

20.00 circa i birri, visto che l'autoscala non è ancora passata, decidono di sgomberare corso vercelli quindi caricano una seconda volta più decisi e con i lacrimogeni, i solidali un po' resistono, poi si disperdono, ma c'è un fermo. Un po' di disordini avvengono in giro.

20.45 Dopo aver cacciato ogni sguardo indiscreto dalla zona, le forze dell'ordine iniziano una prima rappresaglia verso i mezzi dei solidali (tergicristalli strappati e perquisizione) e verso il materiale (impianto audio e minicucina allestita per l'occasione) portato via dall'Amiat, iniziano le operazioni di sgombero.

21.15 gli infami sbirri arrivano sul tetto dell'ostile e portano via 3 dei 6 dell'ostile; poco dopo tireranno giù anche gli altri a forza. La radio parla di cassonetti in fiamme nei dintorni dell'ostile.

21.17 Gli sbirri caricano in piazza crispi ancora più pesantemente con lacrimogeni ad altezza uomo; dopo la carica al presidio il morale è ancora alto la gente affolla ancora piazza crispi e ne blocca l'incrocio; le cariche si susseguono con l'ausilio dei blindati ancora fermi, per ora, e vengono ferite (un dito rotto per una e calci in faccia per l'altro) e fermate due persone. Approfittando della carica una camionetta fugge via dalla scena portando i ragazzi dell'ostile in caserma in via Tirreno.

Alle 22.00 si scioglie il presidio ed apprendiamo che i fermati vengono scortati al Maria Vittoria in seguito alle ferite riportate dopo il pestaggio postcarica, perchè si sa, bisogna sempre scaricare l'adrenalina. Chiedetelo a Stefano Cucchi.

Solidarietà con i fermati e con tutte le occupazioni

Fermenti liberi attivi


fonte macerie

Prove di Forza

La Questura di Torino decide di mostrare i muscoli, e si imbarca nell’ambizioso progetto di effettuare una doppietta: lo sgombero di due case occupate in un colpo solo. Un passo avanti in vista della soluzione finale tanto desiderata dall’asse Chiamparino-Lega-Pdl. Cominciano all’alba, e cominciano dalle più giovani, Cà Neira prima, L’Ostile subito dopo. Ma qui incontrano la prima resistenza della giornata: sei occupanti riescono ad arrimpicarsi sul tetto per non essere sgomberati. Ci rimarranno 15 ore. Da subito cominciano ad accorrere i solidali, che diventeranno più di un centinaio prima di sera, tra compagni e abitanti del quartiere. Una donna porta un lenzuolo e chiede di scriverci “Forza raga’ il quartiere è con voi.” Comunque, la mattina e il primo pomeriggio passano tranquilli. Ci sono i pompieri, ma sono distanti, e sembra che la polizia non voglia forzare più di tanto la situazione. Sperano in una rapida capitolazione degli occupanti, ma si sbagliano.

Nel frattempo, dall’altra parte della città gli sgomberati di Cà Neira occupano l’ex Cinema Zeta vicino a piazza Moncenisio. La polizia arriva in forze e prova subito a sgomberare. Gli occupanti stavolta salgono sul tetto, in quattro, ma dopo un po’ vengono portati in Questura. Saranno denunciati e rilasciati in serata.

Non passa molto tempo, e la polizia tenta lo sgombero anche dell’Ostile. Quando il camion dei pompieri inizia a fare manovra, i solidali cercano di mettersi in mezzo e vengono caricati. Nel parapiglia, ci finisce di mezzo anche una donna sui cinquant’anni che passava di lì. Viene travolta dai celerini, presa a calci e manganellata. La donna, sotto shock, viene soccorsa dai manifestanti e portata al sicuro.

Quando il presidio si dota di un impianto audio che trasmette Radio Blackout, e in particolare una diretta che racconta a tutti l’increscioso incidente della prima carica, la polizia risponde attaccando violentemente il presidio. E qui tutti si danno da fare, i pompieri per primi, che innaffiano l’impianto coi loro idranti e portano via il generatore. La polizia spara diversi lacrimogeni, spingendo il presidio verso sud. Negli scontri, due persone vengono fermate e portate in questura. Anche loro saranno rilasciati in serata. Il presidio arretra e si trasforma in un corteo selvaggio in cui vengono rovesciati e incendiati cassonetti lungo corso Giulio Cesare, corso Novara, piazza Crispi, dove i manifestanti si attestano nuovamente in presidio, fronteggiando la polizia. Lungo il percorso, diversi abitanti del quartiere si uniscono al corteo. Testimoni raccontano ad esempio di un gruppo di ragazzi che esce da un portone, incendia un bidone e scherza coi manifestanti; un gigante africano impartisce lezioni di tattica militare ai compagni prima di unirsi al corteo; un giovane maghrebino dice ai suoi amici che lo invitavano ad andarsene: “No, no! io voglio restare con loro!”

In piazza Crispi la polizia carica altre tre volte, sempre più violentemente, tra lacrimogeni sparati a casaccio (prima lanci troppo lunghi che prendono gruppi di gente che non c’entrava niente, e poi lanci ad “altezza uomo”), cariche, controcariche, petardi, assalti a pompieri di passaggio… alla fine per farla finita i poliziotti caricano direttamente con tre camionette, i famosi “caroselli” che si usavano una volta, fino a quando non si imparò a piantargli un palo tra le ruote… Durante queste cariche tre o quattro compagni vengono pestati duramente e fermati. Due di loro saranno portati in ospedale, una compagna con un braccio ingessato, un compagno con la faccia e il corpo tumefatti.

Contemporaneamente, la polizia riesce a salire sul tetto dell’Ostile e porta via gli occupanti. Anche loro saranno portati in Questura, e rilasciati in serata. Nelle mani della polizia rimangono quindi, a quanto ne sappiamo, i manifestanti fermati in piazza Crispi. Avendoli pestati con violenza, non è da escludere che li arrestino con le solite accuse di resistenza e lesioni.




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