domenica 15 novembre 2009

Torino - Irruzione al Torino Film Festival contro sgomberi

Torino 13 Novembre 2009

Al grido di “giù le mani dalle occupazioni” un centinaio di occupanti dei centri sociali torinesi si sono presentati all’inaugurazione del Torino Film Festival. Prontamente la polizia ha cercato di impedire l’accesso all’ingresso del teatro regio provocando un certo sconcerto tra i presenti che hanno mostrato solidarietà verso i manifestanti. Dopo alcuni momenti di tensione con la celere, una nutrita delegazione di manifestanti è riuscita ad entrare prendendo possesso del palco con gli striscioni sotto gli applausi del pubblico. Applausi che si sono ripetuti non appena terminata la lettura del comunicato unitario dei centri sociali e case occupate di torino.


Comunicato Centri Sociali e Case Occupate Torinesi:

Giù le mani dagli spazi occupati!

Nelle ultime settimane stiamo assistendo a prese di posizione da parte di tutti i partiti politici (in perfetto accordo bipartisan tra destra e sinistra) per sgomberare i centri sociali e le case occupate di Torino.
Dai partiti razzisti come la Lega, passando per il Pdl e arrivando fino al sindaco Chiamparino, la voce è una sola: “Sgomberare gli spazi occupati!” Quasi come se questi spazi fossero “un problema” per questa nostra città e non invece, come crediamo, una sua peculiarità e ricchezza. La frase di Chiamparino: “sono il peggior nemico dei centri sociali” è esemplare per capire il ruolo di capro espiatorio che questi spazi dovrebbero rappresentare per il beneficio esclusivo della casta politica istituzionale. Una politica fallimentare e volta solo alla creazione di eventi mediatici, sempre pronta a farsi bella davanti ad una cittadinanza di cui non vengono nemmeno concepiti i bisogni concreti ed urgenti.

I centri sociali e le case occupate sono spazi liberati da logiche di mercificazione e profitto. Spazi non omologati e non omologabili in cui si vive una socialità altra, frutto dell’autogestione, dell’autorganizzazione e della cooperazione collettiva.
In decenni di presenza gli spazi occupati hanno contribuito ad un arricchimento sociale e culturale della nostra città, liberando spazi attraversati da migliaia e migliaia di giovani, rappresentando un punto di riferimento alternativo alle logiche di mercato. Migliaia di percorsi di vita si sono intrecciati negli spazi occupati, condividendo idee, partecipando collettivamente alle decisioni, creando insomma uno spazio all’interno della società non basato su profitto e alienazione.

Non sono solo le mura dei posti occupati che sono sotto attacco, ma la nostra capacità di essere incisivi nei processi di trasformazione dell’esistente, di stare dentro i movimenti sociali e di creare una socialità altra, non fondata su rapporti economici o gerarchici, ma fatta di condivisione e partecipazione. In un momento in cui la crisi economica e politica pesa su tutti gli aspetti della società, case occupate e centri sociali rappresentano un modello alternativo di vita, di socialità; un modello alternativo di far politica, partendo dal basso, cercando risposte a bisogni e desideri comuni. Questa forza collettiva non è rappresentabile, sopratutto non da una casta di politici corrotti che hanno di mira soltanto la loro riproduzione di casta e il mantenimento dei loro privilegi. Interessati, insomma, alla solo gestione e alla ripetizione sempre uguale del presente con tutto il suo squallore. Alla poltrona dei politicanti contrapponiamo la volontà di cambiamento che nasce dalle esigenze collettive e che si afferma con la forza dei movimenti sociali.

Poco ha da dire il caro podestà Chiamparino. Non sarà di certo lui ad annientare decenni di esperienze di lotta nei territori e quella enorme ricchezza in termini di produzione di conflitto e criticità che queste esperienze portano con sé. Sgomberateci pure: non sarà qualche edificio sequestrato o murato a fermarci; anzi sarà un’occasione in più che ci viene offerta per farci sentire e per far sentire quello che abbiamo da dire, pienamente consci della nostra forza, del radicamento e dell’internità che abbiamo nelle lotte sociali. Gli sgomberi saranno solo l’ennesimo sbaglio di palazzo, regalando a noi ancora una volta più forza e più determinazione. Chiamparino si occupi d’altro, non provi a toccare gli spazi occupati!

E poi, da dove verrebbero i soldi per la “riqualifica” degli spazi occupati? Perché non vengono usati per sistemare le centinaia di spazi vuoti o abbandonati che esistono città? Perché non si utilizzano per far fronte ai dissesti di una crisi che tra poco getterà sul lastrico centinaia di famiglie, a cassa integrazione terminata? Perché non si preoccupano di trovare un tetto a migranti e italiani che non ce la fanno più a sostenere un affitto? Crediamo che una volta di più la Politica sia interessata ad attaccare spazi liberi e liberati con la sola finalità di difendere se stessa da chi gli oppone criticità.

Anche se sono tante le differenze che in questi anni ci hanno contraddistinto, saremo tutti uniti, centri sociali e case occupate, a difendere insieme ogni attacco contro questi spazi comuni, collettivi, liberati.

20 anni di storia non si cancellano con un colpo di spugna!

Centri Sociali & Case Occupate del movimento torinese

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