E alla fine, i bastardi ce l'hanno fatta. Nella calura mattutina del 23 luglio, 19 anarchici di Firenze sono stati rinviati a giudizio per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Un'inchiesta allucinante, che processerà in base alla legge anti-terrorismo reati come danneggiamento, imbrattamento, interruzione di pubblico servizio, occupazioni di edifici e iniziative di piazza; il tutto condito dall'accusa di possesso di armi da fuoco mai ritrovate. Un'inchiesta condotta dalla nota inquisitrice di sovversivi Angela Pietroiusti, già responsabile degli arresti degli anarchici pisani (inchieste AntiCORpi e Gruppi d'Affinità). Un'inchiesta in cui questa misera donna sarà affiancata da Giuseppe Quattrocchi, Procuratore Generale di Firenze. Un processo che vedrà, tra le parti civili, l'ex assessore alla Sicurezza Graziano Cioni, firmatario della famigerata ordinanza contro i lavavetri e altre simili. Un processo a Firenze, città nota alle cronache come "la più massonica d'Italia". Un processo su cui si avverte, forte, la pressione dei principali partiti (PD e PdL) e dei loro complici economici. Decisi a tutto pur di realizzare i loro piani: costruire la stazione TAV e il CIE, svendere tutto il patrimonio pubblico, ripulire il centro storico da ogni presenza "indesiderata", sgomberare tutte le occupazioni, siano esse abitative o di lotta. Decisi a mangiarsi la città intera, senza rompicoglioni tra le scatole...
E due parole vanno dette pure sul gup che ha permesso il rinvio a giudizio, Michele Barillaro. L'uomo che, per comunicare ai nostri avvocati la decisione, si è preso giusto il tempo della pausa pranzo, dopo un'intera
mattinata di dibattimento e arringhe. L'uomo che, assieme a due esimii colleghi, ha condannato 13 manifestanti a 7 anni di carcere ciascuno per averle prese a mani nude sotto il consolato americano, durante la manifestazione contro la guerra in Jugoslavia del 13 maggio '99 - quando migliaia di manifestanti vennero caricati dalla polizia a colpi di manganelli, calci del fucile e lacrimogeni ad altezza d'uomo. Barillaro, un servo zelante dello Stato le cui infamie si commentano da sole...
Ed allucinante, pure, è stato il lavoro fatto dai giornali. In particolare La Nazione-Quotidiano Nazionale e il Corriere della Sera, che in due servizi pressoché identici hanno dato pochissimo spazio al rinvio a giudizio, confinandone il ridicolo in due colonnine sbiadite. Ma che in compenso si sono lanciati in una lunga denigrazione contro il presidio dei compagni, colpevoli di spalmare nutella, bere caffé e distribuire volantini sedendo sui gradini di una chiesa. Aiutati, i giornalisti, dai commenti isterici del prete locale e del presidente del consiglio di quartiere Stefano Marmugi. Facendo scivolare la nostra protesta nell'anonimo calderone del cosiddetto Degrado urbano ed invocando (testuali parole) "l'intervento di tutte le forze dell'ordine" in tutte le piazze e soprattutto contro gli anarchici, "un problema che si sposta". A Firenze, insomma, si preannuncia un agosto di polizia...
E due parole vanno dette pure sul gup che ha permesso il rinvio a giudizio, Michele Barillaro. L'uomo che, per comunicare ai nostri avvocati la decisione, si è preso giusto il tempo della pausa pranzo, dopo un'intera
mattinata di dibattimento e arringhe. L'uomo che, assieme a due esimii colleghi, ha condannato 13 manifestanti a 7 anni di carcere ciascuno per averle prese a mani nude sotto il consolato americano, durante la manifestazione contro la guerra in Jugoslavia del 13 maggio '99 - quando migliaia di manifestanti vennero caricati dalla polizia a colpi di manganelli, calci del fucile e lacrimogeni ad altezza d'uomo. Barillaro, un servo zelante dello Stato le cui infamie si commentano da sole...
Ed allucinante, pure, è stato il lavoro fatto dai giornali. In particolare La Nazione-Quotidiano Nazionale e il Corriere della Sera, che in due servizi pressoché identici hanno dato pochissimo spazio al rinvio a giudizio, confinandone il ridicolo in due colonnine sbiadite. Ma che in compenso si sono lanciati in una lunga denigrazione contro il presidio dei compagni, colpevoli di spalmare nutella, bere caffé e distribuire volantini sedendo sui gradini di una chiesa. Aiutati, i giornalisti, dai commenti isterici del prete locale e del presidente del consiglio di quartiere Stefano Marmugi. Facendo scivolare la nostra protesta nell'anonimo calderone del cosiddetto Degrado urbano ed invocando (testuali parole) "l'intervento di tutte le forze dell'ordine" in tutte le piazze e soprattutto contro gli anarchici, "un problema che si sposta". A Firenze, insomma, si preannuncia un agosto di polizia...
La prima udienza del processo è stata fissata per il 21 dicembre.
alcuni anarchici processati
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