domenica 30 agosto 2009

LE MULTINAZIONALI PIU' MALVAGIE


ABBOTT LABORATORIES:
Abbott fa parte dell’elenco perché ha aumentato del 400 per cento il prezzo del Norvir, un importante farmaco anti Aids, sviluppato con un ingente aiuto governativo. L’aumento però non si applica se il farmaco viene acquistato con un altro prodotto Abbott, creando così concorrenza sleale nei confronti di altri produttori e inducendo il consumatore a scegliere i prodotti Abbott sulla base del prezzo.

AIG.
La più grande società assicuratrice del mondo. American International Group Inc. è stata accusata di avere istigato la PNF Financial Services a compiere una transazione fraudolenta di circa 750 milioni di dollari, per escludere dai propri libri contabili una serie di prestiti e capitali a rischio delle proprie succursali. AIG ha accettato di pagare 126 milioni di dollari per far cadere le denunce, ma se l’è cavata a poco prezzo, avendo concluso un accordo per il “rinvio del processo”, con ciò si intende che le accuse cadranno entro 12 mesi se verranno rispettati i termini dell’accordo.

CATERPILLAR:
Forse la più benevola nel nono cerchio dell'inferno dantesco, è stata denunciata "per aver rifornito Israele di bulldozer usati per distruggere le case dei Palestinesi.” In realtà potremmo dare una mano alla Global Exchange trovando marche globali decisamente peggiori.

CHEVRON:
Non si fa scrupolo di depredare i suoi stessi cittadini a Richmond, California, dove la sua raffineria scarica rifiuti tossici con singolare disinvoltura, provocando notevoli danni alla salute. A Fortiori, in Nigeria , la multinazionale petrolifera ha collaborato con le forze repressive militari contro manifestanti pacifici che si opponevano all'estrazione di petrolio dal Delta del Rio Niger. In questo modo sono morti diversi attivisti. Ha contaminato il Nord dell'Amazzonia.

COCA COLA:
l'impresa dove ha lavorato Fox (presidente del Messico), insuperabile in "'abuso dei diritti dei lavoratori, omicidi, privatizzazione dell'acqua e discriminazioni in campo lavorativo". Oltre ad essere lo sponsor della privatizzazione dell'acqua in Messico nel prossimo vertice patrocinato dal governo Salinas-Fox, si ritiene sia responsabile dell'assassinio di otto leader sindacali degli imbottigliatori in Colombia, una terra dove la Coca Cola collabora con le forze paramilitari. Viene considerato "il padrone più discriminatorio del mondo" e si è affermato come la punta di lancia della privatizzazione dell'acqua, a nostro giudizio la peggiore poiché controlla "l'intimità metabolica" degli esseri viventi. Dietro il paravento di marche come Dasani e BonAqua, in luoghi come Plachimada, Kerala (India) distrugge l'agricoltura locale mediante la privatizzazione dei rifornimenti d'acqua (...). Il sottosuolo si è esaurito e ciò ha riguardato migliaia di comunità a causa della carestia di acqua e la distruzione della loro attività agricola; l'acqua residua è stata contaminata con abbondante cloro e alti livelli batterici che hanno provocato gravi problemi di salute pubblica.

DOW CHEMICAL:
Ha avvelenato e distrutto vite duranti intere decadi. Conosciuta per la devastazione e il disastro sanitario in Vietnam, che ha coinvolto milioni di vietnamiti ed i veterani di guerra statunitensi, grazie al defoliante "agente arancio", ha inoltre perfezionato il napalm, "arma chimica brutale" ed ha rifornito di pesticidi il regime di Saddam Hussein. La Dow Chemical deve rendere conto del peggiore disastro ambientale in tempo di pace, nel 1984, a Bophal (India) dopo aver acquisito la Union Carbide Corporation. La "catastrofica fuga chimica ha causato 22 mila morti (sic!) e 150 mila persone gravemente colpite."

DYN CORP:
Agenzia che tratta di sicurezza privata (sic), si è trasformata nel segmento di maggiore crescita globale durante il decennio passato, 100 mila milioni di dollari l'anno, un'industria senza regole. Provvede i " servizi mercenari" che hanno primeggiato in Iraq e nella protezione degli interessi imprenditoriali dopo l'uragano Katrina a New Orleans. In Colombia Bolivia e Perù si consacra alla bonifica selettiva delle foglie di coca. Gli uomini della Dyn Corp sono stati soprannominati Rambo banditi e accusati di provocare "schiavitù sessuale" in Bosnia.

GLAXOSMITHKLINE.
A seguito di alcune rivelazioni e azioni intraprese in Gran Bretagna nel 2003 e 2004, si è finalmente appreso, anche negli USA, la storia dei gravi effetti collaterali derivanti dall’uso del Glaxo Paxil ( e altri farmaci della stessa famiglia) in particolare l’effetto dipendenza e l’aumento della tendenza al suicidio fra i giovani. A giugno il Procuratore Generale Eliot Spitzer ha presentato una denuncia contro la Glaxo, accusando il gigante farmaceutico di aver soppresso le prove della nocività del Paxil contro i giovani, e di aver indotto in errore i medici. Glaxo ha respinto le accuse, ma ha accettato una nuova linea di condotta, in base alla quale saranno resi pubblici tutti i risultati delle loro ricerche. A ottobre la U.S. Food and Drug Administration, ha ordinato alla Glaxo ed ai fabbricanti di farmaci rientranti nella classe Paxil di fornire i loro prodotti con una avvertenza di massima evidenza.

HARDEE’S:
Il grande produttore di fast-food si sta vantando al massimo come sia poco salubre il suo ultimo prodotto, il Monster Thickburger. “Prima c’erano i burgers, poi vennero i Thick burgers,. Ora Hardee’s vi presente la madre di tutti i burgers—il Mostro Thickburger.. Con un peso di circa 3 etti questo 100 per cento manzo Angus è un monumento alla decadenza.” Il Mostro Thickburger è un sandwich di circa 1.420 calorie. Ingerire un Thickburger è come ingerire due Big Mac o cinque MacDonald’s. Aggiungete 600 calorie di patate e avrete più di 2.000 calorie, che per la maggior parte della gente dovrebbero bastare per un’intera giornata, come afferma Michael Jacobson del Centro per la scienza nell’interesse pubblico, il quale definisce il Thickburger “porno cibo.”

MERCK:
Il dottor David Graham, dipendente della Food and Drug Administration, lo chiama “forse la più grave catastrofe per un solo prodotto farmaceutico di questo paese.” Testimoniando a novembre di fronte a una commissione del Senato il dottor Graham ha citato il numero di chi ha subito negli Stati Uniti attacchi cardiaci o infarti, a causa del farmaco Vioxx, nell’ordine di 88.000 e 139.000. Ha quindi affermato che circa il 40 per cento dei colpiti, e cioè da 35.000 a 55.000 persone, sono deceduti. Secondo una ricerca condotta dal periodico “Lancet” l’inaccettabile rischio cardiovascolare rappresentato dal Vioxx era evidente sin dall’anno 2.000, cioè ben quattro anni prima che il prodotto venisse ritirato dal mercato dal suo produttore la Merck. La ditta afferma di avere comunicato immediatamente tutto quanto scoperto sulla sicurezza del Vioxx non appena ne è venuta a conoscenza, e di aver ritirato il prodotto dalla vendita subito dopo avere avuto le prove conclusive della sua pericolosità.

MCWANE:
McWane Inc. è una grande ditta privata, con sede in Alabama, che costruisce tubazioni idriche e fognarie. Il New York Times, con una serie di articoli devastanti, ha rivelato il dubbio grado di sicurezza sul lavoro della ditta, e il continuo fallimento delle organizzazioni preposte al controllo della pericolosità in cantiere. Nove dipendenti hanno perso la vita in incidenti avvenuti dal 1995, di cui tre dovuti alla deliberata volontà di non adeguarsi allo standard di sicurezza previsti. Fra i 5.000 dipendenti sono state riscontrati più di 4.600 infortuni. Secondo il Times la ditta ha ostacolato gli ispettori nel loro lavoro trattenendoli ai cancelli, mentre venivano nascoste le attrezzature fuori norma. In violazione delle leggi federali sono stati manomessi i luoghi degli incidenti, prima che gli ispettori potessero intervenire. Quando infine gli ispettori hanno potuto contestare delle gravi violazioni, secondo il Times: “la sanzione inflitta dalle autorità era così ridotta che la ditta ha potuto considerarla un semplice costo aziendale”.

RIGGS BANK:
Secondo un clamoroso rapporto redatto da un sottocomitato del senato USA, apparso a luglio, è risultato che la Riggs Bank, con sede a Washington D.C., ha tenuto illegalmente conti bancari dell’ex dittatore cileno Augusto Pinochet, ignorando correntemente prove di corruzione su più di 60 conti del governo della Guinea equatoriale. Anche se queste e altre attività sembrano violazioni delle regole bancarie USA, l’ufficio competente (Comptroller of the currency) non ha intrapreso nessuna azione contro la banca pur essendo venuto a conoscenza già nel 2002 di quanto succedeva. Questo comportamento presumibilmente non è estraneo al fatto che l’ispettore dell’OCC sia passato successivamente a lavorare con la Riggs. Nel maggio 2004 la banca ha dovuto pagare 25 milioni di dollari come sanzione per pratiche di riciclaggio di denaro sporco relative alla Guinea e all’Arabia saudita. Attualmente è sotto inchiesta da parte degli organi federali.

KELLOG, BROWN E ROOT:
Ausiliaria della Halliburton. Va di moda per le sue "avventure" in Iraq, chiunque sia il suo massimo dirigente, a causa del suo vincolo diretto col Vicepresidente Cheney. La sua insigne sigla "KBR" è divenuta sinonimo della tortura globalizzata praticata dall'unilateralismo bushiano. Inoltre è specializzata nella contabilità mafiosa.

FORD:
Compartecipe "al degrado ambientale, ai cambiamenti climatici e all'alimentare la guerra del petrolio". E' stata segnalata come "la peggiore delle ditte costruttrici di automotrici" , poiché le sue autovetture, camioncini e camion, hanno rivelato il peggior rapporto in termini di efficenza nel consumo di combustibile: se Ford fosse un paese sarebbe il decimo maggior responsabile del riscaldamento globale dietro l'Italia".

LOCKHEED MARTIN:
Maggiore contrattista militare mondiale e "approfittatore delle guerre attraverso la fabbricazione della panoplia tecnologica". Il suo presidente Bruce Jackson ha partecipato alla formulazione del Progetto per il Nuovo Secolo Americano (sigla in inglese, PNAC), che è servito come matrice per l'invasione illegale dell'Iraq. Stephen J. Hadley, consigliere bushiano della sicurezza nazionale, è stato suo avvocato.

MONSANTO:
Maggiore produttore di semi geneticamente modificati, promuove la monocultura con effetti deleteri sul piano della "sussistenza agricola" mediante "distruzione di terra coltivabile con diminuzione drastica della qualità della terra e dell'acqua". Produce erbicidi e pesticidi che causano danni alla salute (cancro) ed è stata perseguita per lo sfruttamento di manodopera minorile.

NESTLE' USA:
Non ci dilungheremo molto sul fatto che una delle sue filiali tropicali è stata sorpresa mentre operava un'incredibile trasmutazione alchemica di latte in polvere in immacolata cocaina; è diventata famosa per il suo marketing aggressivo in relazione alle sue controverse formule (sic) infantili, che sono sfociate in varie morti fra le quali spicca la "contaminazione con l'inchiostro da imballaggio".

PHILIP MORRIS (PM):
Uno studio della rinomata scuola di salute pubblica di Harward ha denunciato che i "campi della morte dove si semina il tabacco sono stati collocati nei paesi in via di sviluppo e nei paesi dell'Est, dove si trovano attualmente la maggior parte dei fumatori al mondo"; fa uso di un marketing aggressivo noncurante delle caratteristiche letali dei suoi prodotti. A proposito del ministro della salute (sic) foxiano, Frenk Mora, utilizza fondi elargiti dall'industria del tabacco per prevenire il cancro polmonare del suo delirante programma di Sicurezza Popolare.

PFIZER:
Vende farmaci anti Aids a prezzi esorbitanti e combatte l'entrata in commercio dei farmaci generici.

SUEZ-LYONNAISE DES EAUX (SLDE):
Impresa francese considerata la peggiore nemica dell'acqua pulita, la cui privatizzazione ha avuto un impatto disastroso. Inoltre ha fatto lievitare i prezzi a livelli stratosferici. In Argentina non ha mantenuto la promessa di ricostruire le infrastrutture acquifere con gravi effetti di contaminazione: il FMI e la Banca Mondiale giocano un ruolo principale riguardo alla privatizzazione dell'acqua nel mondo mediante prestiti spuri.

WAL-MART:
Che si può dire più di quello che già si conosce sull'impresa che ebbe come responsabile degli acquisti in Messico il saltimbanco Sodi del la Tijera, attualmente mascherato da "panista"? (il PAN è una formazione politica messicana).

lunedì 3 agosto 2009

MORIRE A 22 anni appena compiuti




LUDOVICO POLETTO, PIOSSASCO (TO) - Alla mamma aveva scritto una lettera drammatica: «Qui in carcere mi ammazzano di botte». «Mi riempiono di psicofarmaci». «Mi ricattano», «Sto male». Ieri lo hanno trovato senza vita riverso per terra, con una bomboletta di gas in mano, in un bagno del carcere di Marassi, a Genova. E adesso, la madre si rigira tra le mani quella lettera tremenda, mentre grida le sue accuse e il suo dolore.

Manuel Eliantonio, 22 anni, originario di Piossaco, è morto l’altra mattina nella struttura penitenziaria dov’era rinchiuso da quasi cinque mesi. Ucciso, dicono al Marassi, dal gas butano respirato da una bomboletta di gas da campeggio. Suicidio? «Forse un incidente», lasciano intendere dalla casa circondariale. Spiegando che il butano è spesso adoperato come droga dai detenuti.

Ma la madre di Manuel, Maria, urla: «Mio figlio lo hanno ammazzato. Lo hanno pestato a sangue e lo hanno stordito con psicofarmaci. Lo hanno ucciso, e stanno cercando di coprire tutto». Mostra l’ultima – nonché l’unica – lettera che il figlio le ha inviato dal carcere dov’era rinchiuso per una condanna a 5 mesi e dieci giorni. «Una storia da niente, resistenza a pubblico ufficiale», dice lei.

L’ultimo scritto di Manuel sono due paginette strappate da un quaderno a quadretti su cui c’è lo spaccato di una vita d’inferno. «Cara mamma, qui mi ammazzano di botte almeno una volta alla settimana. Adesso ho soltanto un occhio nero, ma di solito…». E ancora: «Mi riempiono di psicofarmaci. Quelli che riesco non li ingoio e appena posso li sputo. Ma se non li prendo mi ricattano con le lettere che devo fare». E ancora: «Sai, mi tengono in isolamento quattro giorni alla settimana, mangio poco e niente, sto male».

La notizia della morte di suo figlio, Maria l’ha avuta ieri mattina. (25/07/08, nde) Una telefonata dal carcere e l’annuncio: «Manuel è spirato stanotte». Disperata, è partita subito per Genova. In tarda serata è di nuovo a casa, dalla figlia più piccola. Ha gli occhi gonfi per tutte le lacrime che ha pianto, è stanca, disperata e distrutta. «Voglio andare fino in fondo a questa storia. Mio figlio era malato. Non avrebbe dovuto assumere psicofarmaci. Doveva essere curato, non sedato. Avrebbero dovuto portarlo in ospedale se stava male, non abbandonarlo in una cella, solo».

In quell’unica lettera ricevuta dal figlio, mamma Maria legge la disperazione di un ragazzo troppo a lungo maltrattato. «Doveva essere scarcerato il 5 agosto», racconta. «Quando la lettera è arrivata gli ho subito risposto con un telegramma: “Resisti, figlio mio. Resisti, è quasi finita”. Speravo di rivederlo tra qualche giorno, invece è arrivata soltanto quella maledetta telefonata da Marassi».

Il verbale della polizia penitenziaria racconta che Manuel si sarebbe stordito con il butano di una bomboletta adoperata per un fornelletto da campo che aveva in cella. Prassi assai abituale per detenuti con problemi di tossicodipendenza. Ma qualcosa è andato storto, l’intossicazione gli è stata fatale. Per chiarire i contorni di questa morte la Procura della repubblica ha già aperto un’inchiesta. Ci sarà un’autopsia, che dovrebbe chiarire tutti i dubbi. Anche quelli sollevati da mamma Maria.

Fonte: la Stampa

Perché?

Perché? E’ la domanda a cui dal 25 luglio dello scorso anno Maria, mamma di Manuel Eliantonio, morto a 22 anni nel carcere Marassi di Genova, chiede una risposta. Nonostante sia passato quasi un anno, a Maria non è dato ancora conoscere le cause che hanno portato al decesso di suo figlio. “A 10 mesi dalla sua morte – scrive sul suo blog – non mi è dato di sapere chi ha reso il corpo di mio figlio irriconoscibile, su quali basi gli sono stati somministrati forzatamente farmaci letali, quando mi sarà concesso di avere l’autopsia completa ufficiale sulle cause della morte“.

Manuel si trovava in carcere per scontare una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. La notte del 23 dicembre del 2007 era in macchina con quattro amici quando la loro auto viene fermata dalla polizia stradale in un autogrill della Torino – Savona. Dalle analisi a cui i ragazzi vengono sottoposti, risulta che hanno assunto cannabis, cocaina e anfetamina. Manuel è l’unico che reagisce al fermo tentando di scappare e l’unico ad essere portato in carcere, dopo essere passato per la caserma di Savona. Viene scarcerato il 16 gennaio, quando gli vengono concessi gli arresti domiciliari in attesa del giudizio. Il 25 marzo torna in carcere a Savona per non aver rispettato gli obblighi di dimora e da quel momento, viene trasferito quattro volte: Chiavari, Torino, di nuovo Savona e infine Genova, dove resterà fino al 25 luglio 2008, giorno della sua morte.
Il referto del medico del carcere parla di decesso causato da «dinamica non definita e patologia non identificata». Il giorno dopo i giornali scrivono di un tossicodipendente morto in carcere dopo un’intossicazione da gas butano, sostanza che spesso i detenuti usano per sostituire altre droghe. Una versione dei fatti rilasciata dal carcere, ma che non sembra assolutamente stare in piedi. E’ vero infatti che Manuel aveva problemi di droga – da cui stava tentando di uscire: da qualche mese era infatti in cura presso il Sert – ma quando Maria all’obitorio, dopo le resistenze iniziali del personale del carcere, riesce a vedere il corpo di suo figlio, nota che è completamente coperto di lividi, con chiare tracce di sangue che dal naso salgono verso fronte e capelli. Segni che non può essere di certo stato il gas a lasciare, tanto più che Manuel ne era terrorizzato da quando era bambino, a causa di un incendio al forno di casa. “Da allora – spiega Maria – non si avvicinava più alla cucina, non ricaricava neanche un accendino”. Lo stesso Manuel, appena cinque giorni prima di morire, in una telefonata alla nonna aveva denunciato percosse e violenze subite in carcere. La telefonata viene però bruscamente interrotta dal centralino. Dopo quattro giorni Maria riceve una lettera, dove il ragazzo scrive “mi ammazzano di botte almeno una volta alla settimana. Ora ho solo un occhio nero, mi riempiono di psicofarmaci, quelli che riesco li risputo ma se non li prendo mi ricattano”. Il giorno dopo la terribile notizia della morte.

Una vicenda in cui nessuno sembra vederci chiaro, tant’è che lo stesso Consiglio Regionale della Liguria lo scorso ottobre ha votato all’unanimità un ordine del giorno che impegnava il Presidente e la Giunta ad intervenire presso le autorità di governo affinché venisse immediatamente avviata una commissione parlamentare d’inchiesta per fare chiarezza sulle cause della morte di Manuel. Ma fino ad oggi poco si è mosso. Maria aspetta ancora una verità che, anche se non le restituirà più Manuel, almeno servirà a fare giustizia. Aspetta ancora il momento in cui “la legge sarà uguale per tutti”.


25,Giugno.2009

A circa 11 MESI dall’UCCISIONE di mio figlio MANUEL ELIANTONIO ancora SILENZIO! Ho scritto CIRCA perché non sappiamo neanche il giorno e l’ora del decesso.Per come ho trovato il suo corpo poteva essere lì da giorni.Mi è stato comunicato il decesso telefonicamente il 25,Luglio 2008 alle h.09:23 .Quando già era all’obitorio si son presi tutto il tempo per nascondere un mostruoso delitto.Quando il direttore del carcere Mazzeo Salvatore già indagato per altri casi di Morti al Marassi di Genova dichiarava che sul corpo di MANUEL non vi erano segni di percosse non era a conoscenza delle foto che avevamo scattato di nascosto all’obitorio.BUGIARDO !Nell’interrogazione parlamentare si è discusso di far luce sulla Morte di Manuel peccato che l’esposizione dei fatti si basano su cosa? le dichiarazioni di chi?A chi hanno chiesto quando,come sono andate le cose?Ai suoi carnefici?L’autopsia dovè?Dove sono gli organi di mio figlio?Quel corpo non vi apparteneva né da vivo ancor meno da Morto come avete osato farne i vostri schifosissimi comodi.All’obitorio mi impedivano di accarezzarlo vederlo,il terzo giorno un addetto platealmente davanti ai parenti giunti per il funerale dichiara non toccatelo perche ha l’AIDS. ???Datemi le ANALISI BASTARDI ! Quando è entrato in carcere MANUEL STAVA BENE.Quanto gli avete fatto in quei quattro mesi pagherete tutto,Tutta la DISPERAZIONE che gli avete lasciato negli occhi che piangevano da morto quando gli ho detto amore sono qui MIO DIO COSA TI HANNO FATTO!VITA MIA SONO ARRIVATA TARDI!

ASSASSINI,VIGLIACCHI,INDEGNI,IMPUNITI.

Maria Eliantonio.





domenica 2 agosto 2009

Mattanza di giovani cinghiali dopo la festa patronale

 

IL SECOLO XIX
28 LUGLIO 2009
Mattanza di giovani cinghiali dopo la festa patronale
San Bartolomeo di Sori
Pablo Calzeroni
Provincia di Genova - MATTANZA di cinghiali alla festa del Paese. Due cucciolotti sono stati uccisi a bastonate, davanti allo sguardo spaventato di alcuni bambini, solo perchè si erano avventurati vicino alla tavolata dove alcune famiglie stavano cenando. E alla fine sono dovute intervenire le guardie zoofile che, dopo un'indagine lampo, hanno identificato gli autori del reato e denunciato alla Procura della Repubblica una decina di persone, tra cui anche un parroco. Sono tutti accusati della barbara uccisione degli animali, ma anche di furto venatorio perchè gli ungulati sono di proprietà della Stato. Li si può uccidere solo quando è aperta la caccia e le battute devono essere comunicate e coordinate dalla Provincia. E l'altro giorno, quando è successo il fatto, la caccia era chiusa.
Ma veniamo ai particolari della vicenda. San Bartolomeo, sulle alture di Sori. Una sera come tante. Alcune famiglie si sono riunite per una cena in piazza: è il giorno successivo alla festa patronale della Madonna del Carmine di San Bartolomeo. A un certo punto fanno la loro comparsa ai margini della tavolata anche due cinghialotti piccoli piccoli, nati da poco più di un mese, dicono gli esperti. E si scatena il finimondo. Sotto lo sguardo allibito di molti dei partecipanti, i più agguerriti si preparano a una vera e propria battuta di caccia improvvisata.
Tutta la scena è stata raccontata da alcuni testimoni, ascoltati dal nucleo guardie zoofile di Genova che hanno eseguito le indagini e sporto denuncia in Procura. Un resoconto che dovrà essere vagliato, dunque, dalla magistratura. Ed è un racconto sconcertante: i cinghiali scappano impauriti e cercano di allontanarsi dalla piazza. I testimoni raccontano che proprio il parroco della chiesa, Don Marco, avrebbe chiuso le vie di fuga, assicurandosi che la coppia di animali non sfuggisse ai "cacciatori". Alla fine i due ungulati vengono presi. Per loro la situazione è disperata: faranno una brutta fine, anche se molte persone, inorridite da tanta ferocia, cercano di impedire il massacro. «Lasciateli andare via», gridano. Ma non c'è niente da fare. Il loro appello non viene ascoltato. Anzi, vengono di fatto zittiti: «Fatevi i fatti vostri», si sentono dire. E inizia la mattanza: i cuccioli vengono presi a bastonate con violenza. Una serie di colpi che non lasciano loro scampo.
Il giorno successivo arriva una prima denuncia al Comune che gira la chiamata alle guardie zoofile. Sul posto arriva il caponucleo Gian Lorenzo Termanini, per eseguire accertamenti e raccogliere prove del reato. In poche ore, Termanini ascolta i testimoni e individua i presunti responsabili dell'uccisione delle bestie. Sulle prime, non riesce a trovare o a sapere dove sono finite le carcasse. Poi qualcuno gliele porta, forse per evitare una serie di perquisizioni nelle abitazioni, che sarebbero potute scattare. Le carcasse sono state congelate in attesa di finire, evidentemente, in pentola.
Domenica mattina, Gian Lorenzo Termanini deposita la denuncia in Procura. Tra gli indagati, c'è anche Don Marco che è stato denunciato per aver concorso al reato di uccisione e furto venatorio, anche se, materialmente, non è stato lui a colpire gli animali. Ieri Il Secolo XIX ha cercato di mettersi in contatto con il sacerdote, senza riuscirci.

Don Marco Fazio

Don Marco Fazio

 

01/07/2009

 

Contestazioni di un gruppo di animalisti davanti alla parrocchia di Sori contro la mattanza di due cinghiali di cui è accusato don Marco Fazio. Il parroco della cittadina del Levante ligure è indagato insieme con altre cinque persone per l’uccisione a bastonate di due cuccioli di cinghiale.

Oggi pomeriggio gli animalisti, vestiti di nero e con striscioni sui cui campeggiava la scritta “Quinto comandamento: non uccidere”, hanno atteso l’arrivo in parrocchia di don Fazio, prima della Messa. Al suo arrivo il parroco ha visto i manifestanti ed è fuggito. Altre contestazioni nelle frazioni di Capreno e Sussisa dove il parroco dovrebbe celebrare la Messa.

 

 

12.0.2455208347_prete_bracconaggio_ge0809_646_680_resize Una pozza utilizzata dai bracconieri per pasturare i cinghiali, a pochi metri dalla chiesa di Sori

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12.0.2455208361_prete_bracconaggio_ge0809_644_360-280_crop Contestazioni di un gruppo di animalisti davanti alla parrocchia San Bartolomeo di Sori

 

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