venerdì 30 luglio 2010

Russia/ Scontri a Khimki, sobborgo Mosca dove l'ambiente 'uccide'



Mosca, 29 lug. (Apcom-Nuova Europa) - Nel sobborgo più corrotto di Mosca i giornalisti vengono picchiati a morte se iniziano a 'impicciarsi' di difesa dell'ambiente. E il clima è talmente violento da generare l'unico scontro - dall'avvento di Putin al potere - dove i manifestanti (500) hanno la meglio sulla polizia. In una Mosca rovente per il caldo e il fumo di 42 torbiere in fiamme, si è tenuta oggi una manifestazione degli abitanti che si oppongono al disboscamento selvaggio, motivato dai primi lavori per la costruzione di un'autostrada Mosca-San Pietroburgo.



Ma se la rete viaria tra le due capitali è veramente carente e obiettivamente necessita di 'grandi opere', i torbidi di Khimki e la malagestione di una periferia venduta alle fabbriche, proprio a ridosso di un patrimonio boschivo inestimabile, fanno pensare. La situazione è grave ormai da anni: un decesso nel 2009 è andato ad allungare ulteriormente la scia di sangue sulla stampa russa. Sergei Protazanov, redattore di un piccolo giornale locale, è morto a Khimki in seguito alle percosse subite. Stava lavorando a un'inchiesta "sui brogli delle elezioni del primo marzo" 2009 per un giornale, Grazhdanskoe Soglasie, certo non di primo piano. Ma ultimo baluardo di una stampa particolarmente critica nei confronti del potente governatore locale, Vladimir Vladimirovich Strelchenko.



Secondo le dichiarazioni rilasciate ad Apcom all'indomani dell'omicidio, dal numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente (Rosprirodnadzor), Oleg Mitvol "Protazanov era invalido, aveva una protesi alla mano destra" e dunque era incapace di reagire all'aggressione. Il giornalista lavorava per una piccola testata a Khimki, un sobborgo a nord di Mosca. La pubblicazione venne sospesa. Ed era l'ultimo dei tre giornali locali di opposizione, che stavano progressivamente chiudendo, proprio in seguito a una raffica di aggressioni ai reporter.Nel mese di novembre 2008, un altro giornalista di opposizione nella stessa Khimki, Mikhail Beketov, direttore della Khimkinskaja Pravda, era stato picchiato alla periferia della capitale russa e ricoverato in ospedale con ferite alla testa e una gamba fratturata. Anche un'altra pubblicazione dell'opposizione, Grazhdanskij Forum, ha chiuso, dopo che il suo direttore venne picchiato in un agguato.

fonte

giovedì 29 luglio 2010

Firenze - In udienza preliminare passa il 270 bis contro gli anarchici

E alla fine, i bastardi ce l'hanno fatta. Nella calura mattutina del 23 luglio, 19 anarchici di Firenze sono stati rinviati a giudizio per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Un'inchiesta allucinante, che processerà in base alla legge anti-terrorismo reati come danneggiamento, imbrattamento, interruzione di pubblico servizio, occupazioni di edifici e iniziative di piazza; il tutto condito dall'accusa di possesso di armi da fuoco mai ritrovate. Un'inchiesta condotta dalla nota inquisitrice di sovversivi Angela Pietroiusti, già responsabile degli arresti degli anarchici pisani (inchieste AntiCORpi e Gruppi d'Affinità). Un'inchiesta in cui questa misera donna sarà affiancata da Giuseppe Quattrocchi, Procuratore Generale di Firenze. Un processo che vedrà, tra le parti civili, l'ex assessore alla Sicurezza Graziano Cioni, firmatario della famigerata ordinanza contro i lavavetri e altre simili. Un processo a Firenze, città nota alle cronache come "la più massonica d'Italia". Un processo su cui si avverte, forte, la pressione dei principali partiti (PD e PdL) e dei loro complici economici. Decisi a tutto pur di realizzare i loro piani: costruire la stazione TAV e il CIE, svendere tutto il patrimonio pubblico, ripulire il centro storico da ogni presenza "indesiderata", sgomberare tutte le occupazioni, siano esse abitative o di lotta. Decisi a mangiarsi la città intera, senza rompicoglioni tra le scatole...

E due parole vanno dette pure sul gup che ha permesso il rinvio a giudizio, Michele Barillaro. L'uomo che, per comunicare ai nostri avvocati la decisione, si è preso giusto il tempo della pausa pranzo, dopo un'intera
mattinata di dibattimento e arringhe. L'uomo che, assieme a due esimii colleghi, ha condannato 13 manifestanti a 7 anni di carcere ciascuno per averle prese a mani nude sotto il consolato americano, durante la manifestazione contro la guerra in Jugoslavia del 13 maggio '99 - quando migliaia di manifestanti vennero caricati dalla polizia a colpi di manganelli, calci del fucile e lacrimogeni ad altezza d'uomo. Barillaro, un servo zelante dello Stato le cui infamie si commentano da sole...

Ed allucinante, pure, è stato il lavoro fatto dai giornali. In particolare La Nazione-Quotidiano Nazionale e il Corriere della Sera, che in due servizi pressoché identici hanno dato pochissimo spazio al rinvio a giudizio, confinandone il ridicolo in due colonnine sbiadite. Ma che in compenso si sono lanciati in una lunga denigrazione contro il presidio dei compagni, colpevoli di spalmare nutella, bere caffé e distribuire volantini sedendo sui gradini di una chiesa. Aiutati, i giornalisti, dai commenti isterici del prete locale e del presidente del consiglio di quartiere Stefano Marmugi. Facendo scivolare la nostra protesta nell'anonimo calderone del cosiddetto Degrado urbano ed invocando (testuali parole) "l'intervento di tutte le forze dell'ordine" in tutte le piazze e soprattutto contro gli anarchici, "un problema che si sposta". A Firenze, insomma, si preannuncia un agosto di polizia...

La prima udienza del processo è stata fissata per il 21 dicembre.

alcuni anarchici processati

Carceri, suicido a Siracusa. È il 39° del 2010

Le patrie galere continuano a mietere vittime, a siracusa ennesimo suicidio in carcere ...

Siracusa, 27 lug. - Ennesimo suicidio nelle carceri italiane. Questa notte, intorno alle tre, a Siracusa, un detenuto italiano si e' tolto la vita impiccandosi.

Si trovava nel reparto "isolati" del carcere siracusano, imputato del reato di estorsione. Gia' la scorsa settimana si era reso protagonista di atti autolesionistici con l'ingestione di lamette. L'agente di sorveglianza non ha potuto fare nulla per salvare la vita al detenuto, pur essendo accorso tempestivamente.

Si tratta del 39esimo suicidio in cella in Italia.

Per il segretario generale della Uilpa Penitenziari, Eugenio Sarno, si tratta di "una strage senza fine che si consuma ogni giorno dietro le sbarre delle nostre degradate e sudice galere. Suicidi ed evasioni certificano il fallimento del sistema penitenziario sempre piu' abbandonato al proprio, ineluttabile, destino. Nell'indifferenza della politica, della societa' e della stampa. A questo punto il personale, allo stremo e prosciugato di tutte le residue energie psico-fisiche, nulla puo' opporre alle fughe. Siano esse dalle mura, piuttosto che dalle vite. Nostro malgrado siamo costretti ad alzare bandiera bianca, consapevoli che la nostra bandiera bianca e' quella dello Stato. Altro che governo della sicurezza. Questo e' il governo dei record abbattuti: evasioni e suicidi".

Milano - La Bottiglieria Occupata

Una gioiosa fuga in avanti

Appello a tutte le compagne e i compagni di ogni dove che transiteranno per l’Italia nell’estate 2010..e ovviamente a tutti quelli che rimarranno a Milano...
A tutti le /gli squatters, autonomi, anarchici, comunisti, insorgenti, ribelli, cospiratori, sperimentatori di nuove forme- di vita..da qualsiasi luogo…


Siamo una comunità umana e di lotta

Abbiamo la sfortuna di abitare a Milano, una città del nord Italia in cui il sistema della merce ha raggiunto un mostruoso livello di efficacia.
Per molti versi una città di merda.

Noi però, nonostante la nostra città piena di polizia e cemento, abbiamo la testarda abitudine di non voler stare mai nella merda, e infatti sto giro abbiamo puntato in alto.
Abbiamo fatto il botto.
In risposta ad uno sgombero di una palazzina occupata da più di un anno, abbiamo dato vita la notte stessa ad una nuova occupazione, nel cuore pulsante del design e della moda milanese.
Ora abbiamo una reggia di 40 appartamenti con un ampio e accogliente spazio sociale che stiamo riempiendo con la nostra gioia sovversiva e travolgente.
Tutto ciò in un centralissimo quartiere, la zona Tortona, che è uno dei cardini dell’economia della città. In origine quartiere popolare con le sue bische e le sue storie, oggi la zona Tortona è il paradiso della merce, il quartiere del design internazionale e della Città della Moda.
Potete immaginare come le autorità cittadine e sbirresche, così come gli imprenditori della zona abbiano reagito a questo nostro blitz.. esso è stato percepito, e ci permettiamo di dire giustamente, come un atto di guerra contro la tranquilla normalità degli affari.
Per fortuna il quartiere ha invece risposto bene alla nostra presenza, partecipando alle nostre iniziative e dandoci ancora più forza.
Ora però giunge l’estate, e sentiamo il fiato pestilenziale della legge farsi sempre più vicino, e con esso il rischio sempre più reale di uno sgombero.
Rivolgiamo questo appello a tutti coloro che sono intenzionati a transitare per l’Italia durante questi mesi dell’estate, a tutti quei compagni che ancora non sanno quali rotte percorrere e potrebbero decidere di approdare sulla nostra scia.. a quelli che pensavano di stare a casa per mancanza di mezzi..a quelli che ci vogliono aiutare concretamente nel continuare la nostra lotta.

Accorrete da ovunque... solidali, sovversivi itineranti, cospiratori internazionali curiosi di condividere con noi qualche sguardo sulla guerra in corso, compagni vacanzieri squatt-rinati.. da luglio a settembre 2010 sarà possibile essere ospiti dell’avamposto /casa occupata di via Savona 18 a Milano, sarà garantito il vitto e l’alloggio per i compagni e le compagne che ci porteranno po’ di solidarietà, nel frattempo organizzeremo dibattiti feste e workshop per scambiarci saperi informazioni umori e punti di vista sulla lotta contro questo sistema marcio..

SOSTENETE GLI AVAMPOSTI
NELLA GUERRA
CONTRO LA MERCE E LA SPECULAZIONE...


AIUTATECI
A PERMETTERE ALLA RESISTENZA
DI CONTINUARE A VINCERE..


SE IL CAPITALISMO NON HA NAZIONE,
PERCHE’ DOVREMMO AVERLA NOI ALTRI??


LABOTTIGLIERIA OCCUPATA VIA SAVONA, 18
(quartiere tortona porta genova)
MILANO ITALIA

Tram: 29/30/14/9 mm2: porta genova

mail:labottiglieria@autistici.org
........bottiglieria@hotmail.it

Tel: +39 347/9321786

.......+39 338/4684496

SUPPORTA GLI SPAZI DI AUTONOMIA NELLA METROPOLI

Carcere e Cie - Sfuma il terrorismo islamista e si concretizza il lager democratico

MILANO (20 luglio) - Aveva chiesto ai parenti alcune bottiglie di una bevanda “vergina” una nota marca in Tunisia, ma per un errore del traduttore si è fatto due anni e 8 mesi in carcere con l'accusa di terrorismo internazionale e di far parte di un gruppo che inviava martiri e attentatori in Iraq e Afghanistan.

Contro di lui un'intercettazione nella quale secondo gli inquirenti si parlava di una carta d'identità “vergine”, ossia “in bianco”, per falsificarla, mentre la richiesta riguardava una nota bevanda. L'uomo, Hadel Ben S., tunisino di 34 anni, è stato assolto nei giorni scorsi dalla prima Corte d'Assise di Milano, per non aver commesso il fatto, e scarcerato. A raccontare la sua vicenda «tragica e paradossale» è il suo legale, l'avvocato Pasquale Cutolo, il quale sottolinea che ora nei confronti dell'uomo c'è anche un provvedimento di espulsione verso la Tunisia, al momento bloccato dalla Corte di Giustizia Europea.

Il tunisino era finito in carcere il 6 novembre 2007 ed è rimasto recluso fino all'8 luglio scorso, quando è arrivata la sentenza della Corte che ha condannato 15 presunti terroristi e ha assolto 10 persone. «L'elemento più rilevante a suo carico- ha spiegato l'avvocato - come aveva stabilito anche la Cassazione, che gli aveva negato la scarcerazione, era una telefonata». Nell'intercettazione l'uomo, a un certo punto, usava la parola «vergina», che secondo il perito-traduttore significava «vergine», un'espressione che per gli inquirenti indicava una richiesta di carte di identità in bianco.

Nel dibattimento è emerso che il tunisino stava chiedendo ai suoi familiari di spedirgli bottiglie di una nota bevanda. Anche il pm Nicola Piacente aveva chiesto per lui l'assoluzione. Dopo la scarcerazione per l'uomo, clandestino, è arrivato un provvedimento di espulsione del Prefetto di Asti. Ora il tunisino si trova nel Cie di Torino e la Corte di Giustizia Europea, su ricorso dell'avvocato, ha sospeso in via cautelare l'espulsione, per il rischio di torture che imputati o condannati per terrorismo possono subire in Tunisia. «La vicenda umana di questo ragazzo - ha concluso l'avvocato - non ha ancora avuto fine. Nonostante la decisione della Corte di Assise, infatti, quasi tre anni di ingiusta detenzione non sono bastati a scongiurare un'espulsione».

fonte

E' uscito il nuovo numero de "La Testata"



È uscito il nuovo numero de La Testata. Troverete una riflessione sul sempiterno Workshop Ambrosetti, che anche quest'anno riunirà a Cernobbio i peggiori stronzi, tra ministri, economisti e gli immancabili manager: tutti a discutere di come continuare a fare profitti ora che l'economia europea traballa e la crisi è finita solo mediaticamente.

A seguire un pezzo in solidarietà di Billy, Costa e Silvia, i tre ecologisti rinchiusi nelle carceri svizzere, e una striscia sull'assalto alla Freedom Flottiglia e il teatrino internazionale di condanne all'amante Israele.

Buona lettura!

Qui puoi scaricare la versione .pdf
La testata

lunedì 26 luglio 2010

E' uscito XINCIVILEX n° 0


USCITO XINCIVILEX #0
- aperiodico su straight edge, veganismo e liberazione animale -


E' passato oramai qualche anno da quando, per la prima volta, fu stampato 'Straight Edge - A commitment For Life', un opuscolo che tentò di racchiudere in diverse pagine la nascita, gli sviluppi e diversi aspetti dello Straight Edge, analizzati da una prospettiva prettamente 'politica' e propria di chi aveva deciso di redarre o contribuire alla stesura. Le reazioni furono interessanti e altrettanto importanti gli spunti che ne scaturirono.
Cosa portò però la pubblicazione di quell'opuscolo? C'era l'intenzione di gettare le basi per costruire qualcosa di solido dietro ad una definizione che racchiudeva sin troppe sfaccettature? E' stato possibile capire meglio
le implicazioni chiaramente politiche di un movimento nato 30 anni fà dall'ambiente punk e separatosi da questo sin da subito almeno nell'impostazione chiaramente distante e opposta al nichilismo proprio del punk di allora e di adesso?
Possibile che dopo la stesura di quell'opuscolo ci furono reazioni 'positive', talmente positive da portare diverse persone a definirsi 'straight edge', ma con quale prospettiva? Quante lo sono state veramente?
Quante ci credevano veramente e sentivano qualcosa di simile all'appartenenza per quello che potrebbe essere qualcosa di simile ad un vero e proprio movimento? Quante persone si sono appropriate di due
semplici parole lasciandole lì e pensando di 'riprenderle' quando volessero?
Da qui la riflessione sul fatto che è mancata una pubblicazione continua e il sottolineare quanto chi si sente lucidamente in contrasto con questa società dello sfruttamento si definisce per questo motivo Straight Edge e
non lo fa per un periodo o 'a sentimento', lo fa perchè ci crede e crede nelle cose che intende portare avanti.
Da questo impulso e dall'esigenza personale di comunicare con più persone possibili (e non esclusivamente anarchici/che) prende forma XINCIVILEX, un aperiodico che intende analizzare aspetti (anche personali) dello Straight Edge senza mai dimenticare le implicazioni politiche. Articoli specifici si uniranno a traduzioni di materiale giudicato interessante e di grande importanza, tutto affrontato sempre da un punto di vista particolarmente
legato all'antispecismo, al veganismo e alla liberazione animale.
Non ci sono 'grosse intenzioni' nella pubblicazione di questo aperiodico, semplicemente l'esigenza di ribadire aspetti forse dimenticati di una lotta fondamentale, quella attuata in maniera lucida e cosciente contro la civilizzazione che opprime e distrugge prima di tutti gli animali non umani. E' importante, in un periodo di grande confusione di idee nel
movimento 'anarchico' e/o 'libertario', rimarcare questo aspetto e ricordare che solo abolendo il concetto di specismo potremo finalmente arrivare alla radice e alla conseguente abolizione di ogni forma di
sfruttamento.

Il numero #0 contiene:

- INTRO -
(alcune linee introduttive alla pubblicazione)

- ACQUACOLTURA: IL MASSACRO SILENZIOSO -
(dati, informazioni, dettagli e riflessioni su una delle forme di tortura
e sfruttamento più nascoste)
- PLANE STUPID: ABBATTERE L'INDUSTRIA AEREA -
(sul movimento anti aereo che si è sviluppato negli ultimi anni in Gran
Bretagna)

- DIPENDERE PER NON PENSARE -
(questioni e dibattiti sulla contributo dello straight edge al movimento
di liberazione animale)

- SOLITE OBIEZIONI SULL'AZIONE DIRETTA -
(traduzione di un'interessante articolo pubblicato dal collettivo
Crimethinc. su quello che spesso viene contestato nella 'società civile' a
chi decide di agire direttamente contro chi ci opprime)

- LE PROSPETTIVE DI UN MOVIMENTO? -
(analisi iniziale e riflessioni sulla possibilità che sia possibile
concepire lo straight edge come un movimento)

- LA LOTTA CONTRO
GLI ALLEVAMENTI DI VISONI NON SI FERMA
-
(riassunto delle azioni che hanno colpito negli ultimi due anni gli
allevamenti di visoni in italia e articolo sulla sopravvivenza di visoni
nati in cattività e poi rilasciati)

Per richiedere copie e per distribuirlo basta scrivere una mail a:
xincivilex@riseup.net

La pubblicazione è praticamente gratuita, è richiesto giusto un contributo per eventuali spese di spedizione. Le offerte comunque sono sempre ben accette. Non si è contrari alla pratica del 'fotocopia e diffondi' ma visto che sono state stampate diverse copie sarebbe sicuramente meglio finirle prima di utilizzare altra carta. Inoltre sarebbe importante sapere chi può essere interessat* a distribuirlo, grazie!

Torino, stavolta arresti e denunce sono per i celerini


Si chiama Danilo Ricci, ha 33 anni, è un poliziotto del V Reparto Mobile di Torino. La moglie possiede un solarium, lui faceva anche il buttafuori in un locale di Ivrea. Ieri i carabinieri dei Nas e gli agenti della squadra mobile, coordinati dal capo Sergio Molino, lo hanno arrestato mentre era in vacanza al mare.
Altri due poliziotti torinesi sono agli arresti domiciliari.

Anche loro fanno parte del V reparto mobile. Indagati altri venti loro colleghi più un’altra serie di persone, in qualche modo collegati alle accuse mosse a Ricci, presunto trafficante di sostanze dopanti acquistate via Internet. Lo hanno scoperto i carabinieri monitorando il sto www.originalanabolics.com.
Gli inquirenti avevano concentrato l'attenzione sull’acquisto di un ingente quantitativo di farmaci e specialità medicinali con effetti dopanti da parte di un unico soggetto, appunto il poliziotto torinese. L’indagine è partita con l’aiuto di intercettazioni telefoniche e di email.

Ricci dopo aver acquistato queste sostanze dopanti «pur conoscendone la provenienza delittuosa, le rivendeva ad altri colleghi», secondo le carte giudiziarie che hanno fatto da base agli ordini di custodia cautelare firmati dai pm della procura di Torino, coordinati dal sostituto procuratore Gianfranco Colace. Gli altri 21 denunciati, tutti della polizia, sarebbero clienti di Ricci e ora accusati di ricettazione. Al centro del traffico illegale, alcune palestre di Torino e provincia frequentate dagli accusati.

I reati contestati ai tre poliziotti vanno dalla ricettazione, alla vendita delle sostanze illegali, all’esercizio abusivo della professione di farmacista. Alcune confezioni, vendute anche per centinaia di euro, erano pure scadute. L’operazione congiunta di carabinieri e polizia s’è poi estesa a tutta Italia. La vicenda è stata seguita dal questore Aldo Faraoni. Non sono stati ancora presi provvedimenti amministrativi a carico dei poliziotti intercettati dai Nas.



fonti:
La Republica

La Stampa


Uscito il num. 1-estate 2010 di "VEGANZETTA"



USCITA NUMERO 1
-ESTATE 2010 DELLA PUBBLICAZIONE VEGANA; ANTISPECISTA- “VEGANZETTA”

22 luglio 2010 – Treviso, Italia – il giorno 22 luglio 2010 inizia la distribuzione del numero 1-estate 2010 di “Veganzetta”, giornale vegano e antispecista a distribuzione gratuita, in tutta Italia.

LE NOVITA’ DELLA NUOVA VEGANZETTA:

Il numero 1 – Estate 2010 rappresenta un nuovo corso per il giornale: la Veganzetta è infatti stata registrata come testata giornalistica, la Redazione si è ingrandita e si è dotata di una Direttrice Responsabile, la grafica del giornale ha subito dei cambiamenti e delle migliorie per favorirne la leggibilità, le pagine del giornale sono raddoppiate (da 2 a 4), e l’Editore Responsabile della testata è ora l’associazione antispecista Campagne per gli animali che ne permette la distribuzione gratuita.
La Veganzetta pertanto diviene il giornale ufficiale dell’associazione Campagne per gli animali.

La Veganzetta continuerà ad essere distribuita gratuitamente e apre ufficialmente la campagna abbonamenti 2010. Chi desidera ricevere il giornale cartaceo direttamente al proprio domicilio in abbonamento dovrà semplicemente aderire al tesseramento a Campagne per gli animali scaricando l’apposito modulo a questo indirizzo oppure facendone esplicita richiesta via email scrivendo a: info@campagneperglianimali.org o info@veganzetta.org oppure via fax al numero 0422 1830130

La Veganzetta prevede due versioni:
una web in formato PDF;
ed una cartacea in formato A3 distribuita sul territorio nazionale.
INTERNET:

Per scaricare la versione web in formato PDF (Acrobat Reader) visitare questa pagina.

Per leggere online la versione web visitare il questo sito internet

La “VEGANZETTA” nasce come pubblicazione amatoriale rivolta al vasto pubblico dei non vegetariani o vegani, con notizie ed informazioni, ma anche a chi è già vegano ed intende approfondire determinati argomenti. Proprio il veganismo ed il pensiero antispecista, intesi come basi etiche necessarie per affrontare e tentare di risolvere il problema dello sfruttamento degli animali e del pianeta da parte della specie umana, saranno le tematiche che la rivista si prefigge di divulgare, analizzare ed approfondire, alla ricerca di un confronto con i lettori che vorranno contribuire alla crescita dell’iniziativa. Il formato è quello del quotidiano, ispirato alle pubblicazioni degli anni ’20 del ‘900.


PRECISAZIONI SU ALCUNI TERMINI UTILIZZATI:

“Umano/i” : non intendiamo utilizzare il sostantivo maschile “uomo” in quanto termine carico di significati filosofici e culturali che volutamente pongono la specie umana al di sopra di altre specie animali.

“Animale/i”: utilizziamo tale sostantivo per facilitare la leggibilità del testo. Il termine “Animali” in realtà è da intendersi sostitutivo di “Animali non Umani”, o “altri Animali”, o “Non Umani”, in sintesi tutte le specie animali diverse dalla specie animale umana. Riconosciamo a tale termine una valenza assolutamente positiva della Animalità e utilizziamo la “A” maiuscola per sottolineare la dignità intrinseca e pari a quella umana di ogni Animale diverso dall’Animale Umano. “Cane, Maiale, ecc” : utilizziamo tali sostantivi con l’iniziale maiuscola per conferire pari dignità tra le diverse specie animali, in relazione a quella Umana.
“Lager per Animali”: qualsiasi luogo (in particolar modo i macelli e gli allevamenti) in cui gli Animali vengono sfruttati, imprigionati ed uccisi per il soddisfacimento di interessi umani.

“Persona vegana etica”: che si astiene per scelta etica da tutte quelle attività e pratiche che possano provocare danno, sfruttamento o morte degli Animali (pertanto anche umani) e che ha una presenza nella società di tipo radicale, attiva e con valenza educativa e di pubblica denuncia.

DEFINIZIONI FONDAMENTALI

Veganismo: La parola “vegan”, una contrazione di "veg(etari)ano", fu coniata da Donald Watson che, insieme a un gruppo di vegan inglesi, fondò la Vegan Society a Londra nel novembre del 1944. Il termine genericamente sta per indicare coloro che cercano di escludere tutte le forme di sfruttamento e crudeltà sugli Animali. La ragione fondamentale per diventare vegani è il rispetto per gli Animali (Veganismo Etico). Chi segue questa visione della vita (il veganismo non è solo uno stile di vita o un regime alimentare) considera gli Animali per quello che sono: non dei semplici oggetti, ma esseri senzienti con un loro valore intrinseco. I vegani, quindi, evitano di consumare prodotti di origine animale come carne, uova, latticini, pelle, lana, prodotti testati o prodotti che ne contengono. Si rifiutano di tenere gli Animali in gabbia, di comprarli, non visitano zoo o acquari, non vanno al circo con Animali, non assistono a palii e feste che utilizzano Animali. Cercano di evitare tutto quello che comporta la sofferenza, lo sfruttamento e/o la morte degli Animali. Ogni anno miliardi di Animali sono massacrati e trasformati in prodotti alimentari e questo comporta per loro una esistenza fatta solo di sofferenze e paura culminata con la loro uccisione. Chi compie la scelta vegan rifiuta di essere causa di tutto ciò.
Liberamente tratto da: Progetto Vivere Vegan


Antispecismo: L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che lotta contro lo specismo, l’antropocentrismo e l’ideologia del dominio. Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla presunta diversità razziale umana, l’antispecismo respinge quella basata sulla specie (specismo) e sostiene che la sola appartenenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifichi moralmente o eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente.
Gli antispecisti lottano affinché gli interessi degli animali non umani vengano considerati fondamentali tanto quanto quelli degli umani, cercando di destrutturare e ricostruire la società umana in base a criteri ecocentrici che non causino sofferenze inutili, e di per sè quindi evitabili, alle altre specie viventi e al pianeta. L’approccio antispecista ritiene (considerando tutte le dovute differenze e peculiarità): - che le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative esclusive della specie umana;
- che l’esistenza di tali capacità nei non umani comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, facendoli divenire “persone non umane”;
- che da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra persone umane e persone non umane, che prefiguri un radicale ripensamento della società umana trasformandola in una reale società libera (umana e non umana).


venerdì 23 luglio 2010

Leonardo Landi condannato a 6 anni in primo grado


Ieri 20 Luglio si è svolta a Lucca l'ultima udienza del processo a Leo.
La richiesta della P.M. era di 6 anni per rapina con l'aggravante di terrorismo, la corte ha escluso l'aggravante confermando però una condanna a 6 anni di reclusione.
Un processo lungo, una sentenza già scritta, non solo per i cinque minuti di camera di consiglio che sono serviti ai giudici per decidere, ma anche per il clima repressivo che contraddistingue ormai da anni la Toscana e per l'andamento più generale che vede il potere imporsi sempre più nel tentativo di eliminare ogni nemico che più o meno coscientemente gli si para davanti.
Ci fa inevitabilmente rabbia sapere che Leo rimarrà ancora in galera, non stupisce che gli abbiano voluto far pagare il suo essere anarchico, l'aver sempre portato avanti a testa alta le sue idee, con determinazione le lotte, con la pratica il suo amore per la libertà.
Molto spesso ci siamo trovati a parlare e ad occuparci di repressione, anche quando avremmo preferito dedicare tutte le energie alle lotte senza "rincorrere" le scadenze che ci venivano "imposte".
Questi anni però ci hanno fatto riflettere molto su quanto sia stata e sia fondamentale una solidarietà attiva e concreta ai compagni e alle compagne, tanto più se imprigionati.
A loro, infatti, viene fatto pagare il prezzo di una guerra dichiarata contro una realtà inaccettabile.
Noi al loro fianco continuiamo a preferire l'attacco al nemico allo sterile piagnisteo sulle sue brutture. Preferiamo non fermarci impotenti di fronte agli ostacoli che incontriamo sul nostro percorso, ma cercare il modo di scavalcarli.


La libertà non si mendica ma si conquista!
Quando colpiscono uno di noi intendono tutti!
La rabbia non si placa, il pensiero e il cuore a Leo.


Anarchiche e anarchici di via del cuore

notizie dai LAGER di stato.........

Samir sul tetto del
CIE di Roma

In queste ore Samir è sul tetto di una delle strutture del CIE di Roma, e non vuole scendere perchè teme che la notizia che oggi forse verrà liberato per decorrenza dei termini sia una trappola a quanto già ieri sera dicevano i suoi compagni di sezione (lui a quanto sembra si è appollaiato in un punto irraggiungibile) si è tagliato e ha ingoiato vetri Samir era nel CIE di Torino fino a qualche giorno fa; è stato trasferito dopo che il 14 luglio in corso Brunelleschi si era tagliato per protesta, e la polizia l'aveva anche pestato. La sera del 14 luglio una trentina di antirazzisti aveva occupato il cortile della Croce Rossa Piemonte per chiedere che Samir fosse curato si fa appello a tutti gli antirazzisti a Roma e altrove per fare sì che l'incubo di Samir abbia termine

il telefono del CIE di Ponte Galeria è 0665854224





CIE Bologna,
nigeriana espulsa rischia l'impiccagione


Faith Aymoro è stata arrestata appena giunta in Nigeria e ora rischia la pena di morte per impiccagione. La giovane africana è stata espulsa mercoledi dal Cie di Bologna, città in cui era arrivata tre anni fa in fuga dal suo Paese, nel quale aveva ucciso l'uomo che aveva tentato di violentarla. A confermarlo è il suo avvocato difensore Alessandro Vitale, avvisato dal fidanzato della ragazza, che vive e lavora a Bologna La donna era arrivata al Cie da due settimane, quando, dopo aver denunciato un tentativo di stupro, la polizia ha emesso nei suoi confronti il terzo decreto di espulsione; i due precedenti non erano stati ottemperati. ''Oggi ho avuto la conferma ufficiale del suo rimpatrio dalla questura di Bologna - spiega il suo legale - L'unica cosa che possiamo fare, non appena l'arresto della donna sarà ufficializzato, è appellarci allo Stato italiano perché intervenga, oppure a un'associazione internazionale come Amnesty international''

saluti da Sabri

stamattina un compagno torinese ha parlato con Sabri, che da ieri sera è in Tunisia

Sta bene, anche se zoppica un po’: si è fatto male alla caviglia saltando giù dal tetto, come aveva promesso che avrebbe fatto se avessero cercato di tirarlo giù. Non è stato portato in ospedale, come si credeva, ma è stato sommariamente curato in infermeria. Poi, scortato da 4 poliziotti e ammanettato (anzi, “fascettato”) è stato imbarcato su un volo partito alle 13.30 da Torino Caselle a Roma e poi su quello delle 22.00 da Roma a Tunisi.

Ringrazia tutti per la solidarietà e promette che, dopo una “piccola vacanza”, proverà a ritornare in Italia.

giovedì 22 luglio 2010

Torino - Recluso resite all'espulsione, presidio permanente davanti al Cie

Torino 19 luglio. Un detenuto del CIE di corso Brunelleschi sale sul tetto della sezione viola deciso a resistere. La sezione viola, di solito occupata dalle donne, da mercoledì scorso ospita gli immigrati della sezione bianca, gravemente danneggiata dall’incendio divampato durante la rivolta del 14 luglio.
Il ragazzo sul tetto è quello che, durante la giornata contro i CIE del 10 luglio, aveva lanciato una pallina con dentro la medicina che la Croce Rossa gli aveva dato per curare l’asma, un ottimo farmaco, peccato che fosse scaduto da ben due anni! Un altro recluso si trova in isolamento in attesa dell’imminente deportazione.
Intorno alle 14 comincia a formarsi un presidio solidale davanti all’ingresso del CIE in via Mazzarello. Qualcuno batte un po’ più in là, altri tengono d’occhio l’ingresso.
Purtroppo l’immigrato destinato alla deportazione viene fatto uscire su un cellulare che passa dall’ingresso secondario di corso Brunelleschi.
Sabri, questo è il nome del ragazzo sul tetto, ha il sostegno degli altri reclusi della sezione viola, che promettono di aiutarlo se la polizia dovesse forzare.
Il presidio antirazzista continua in corso Brunelleschi. In serata, complici le percussioni della Torino Samba band, i solidali, che nel frattempo sono cresciuti di numero, si avvicinano al muro del CIE e legano ad un palo una fiaccola. La polizia blocca con due camionette il controviale di corso Brunelleschi.
Per oltre un’ora si susseguono battiture e slogan poi comincia una lunga, partecipata assemblea, che discute come sostenere la lotta di Sabri e degli altri immigrati che, come lui, si sono fatti quasi sei mesi di CIE e, se non vengono deportati subito, potrebbero riguadagnare la libertà tra giovedì e venerdì.
Si decide di fare un presidio permanente davanti al CIE, rimanendo lì giorno e notte. In un batter d’occhio arrivano tavoli, sedie e persino un ombrellone gigante.
I reclusi si fanno sentire con battiture e grida: pare che uno abbia tentato senza successo di fuggire.
Il presidio prosegue ad oltranza. Chiunque possa è invitato a farsi vivo, anche solo per qualche ora, a portare cibo e bevande e, soprattutto, la propria presenza solidale.


E alla fine, dopo tre giorni di ostinata resistenza sul tetto, gli uomini di Maroni si sono presi Sabri. Sono arrivati poco dopo le sei del mattino, con la Celere e i Vigili del Fuoco - che un giorno o l’altro dovranno spiegare esattamente che mestiere fanno, ora che si son messi pure a dar sostegno alle deportazioni -, hanno scavalcato il blocco troppo fragile che i compagni facevano di fronte agli ingressi (quindici su via Mazzarello e quindici alla vecchia entrata di via Monginevro) e lo hanno tirato giù dal tetto: secondo gli altri reclusi dell’area viola, che hanno assistito alla scena, sarebbe stato ferito. Intanto, i compagni che avevano passato tutta la notte in presidio hanno provato a bloccare le due strade che portano al Centro e sono stati presi a manganellate e spintoni, e buttati per terra: nonostante queste scaramucce, però, le strade son rimaste chiuse, bloccate dai solidali ma anche dalla polizia che evidentemente voleva avere mano libera per fare i propri comodi.
Intorno alle sette, una macchina stipata di poliziotti in borghese ha portato via Sabri, seguita da un’ambulanza e dopo una mezz’oretta i compagni hanno tolto i blocchi e se ne son tornati al presidio in corso Brunelleschi.
In questo momento non si sa se Sabri sia in aeroporto, o in Questura, o in qualche ospedale. La sua lotta, però, non è ancora finita: è diventata la lotta di molti che come lui non accettano che la macchina delle espulsioni possa funzionare senza intoppi, così, come se fosse normale. A Caselle c’è chi sta spiegando ai viaggiatori che Sabri è un prigioniero che ha saputo lottare, e che va aiutato. A Roma, gli antirazzisti che presidiavano il tribunale in solidarietà con i ribelli di Ponte Galeria hanno fatto irruzione nel consolato tunisino. A Gradisca e in via Corelli, gli occhi sono puntati su Sabri e sulla sua storia.
A presto aggiornamenti, perché, come si suol dire, non finisce qui. Per chi è a Torino, una assemblea si terrà dalle 15 al presidio di corso Brunelleschi ed un corteo partirà da lì questa sera alle 21.

lunedì 19 luglio 2010

Milano ricorda Carlo

Un Centinaio di persone ha attraversato i Giardini Vetra il 16 Luglio, per ricordare Carlo Giuliani a nove anni dal suo assassinio in Piazza Alimonda a Genova il 20 Luglio 2001. E' stato realizzato un murales dedicato a quelle giornate, che sono un pezzo importante della storia di questo Paese, un pezzo importante della nostra Storia, ricordando a tutti e a tutte che non ci sara' mai Pace senza Giustizia, per Carlo, per Genova, per Tutti Noi!

La memoria e' un ingranaggio collettivo, e Venerdi 16 in Vetra e' stata montata una mostra fotografica sulle giornate del controvertice del G8, sono stati appesi manifesti che ricordano alcune delle tante vittime della violenza e della repressione dello Stato, altri invece che ricordano le torture subite dai manifestanti nella caserma di Bolzaneto e le botte prese nella Scuola Diaz.
Ringraziamo tutti/e coloro che sono passate in Vetra, per ascoltarci, per ricordare, per non dimenticare Carlo e gli altri ragazzi uccisi dallo Stato.
Ribadiamo che Genova 2001 e' la nostra storia, che solo noi sappiamo bene cio' che accadde in quei giorni, conosciamo i mandanti e gli esecutori dei massacri e delle cariche!

NOI SAPPIAMO CHI E' STATO
CI FAREMO ANCORA SENTIRE A MILANO PER RICORDARE CARLO..

stay on tuned, follow Corsari-Milano


Modena - Denunciati 9 anarchici per le pratiche anti-Cie

Denunciati 9 giovani anarchici

La Digos di Modena ha identificato e denunciato nove giovani dell’area anarco insurrezionalista, tra cui alcuni presunti responsabili dei danneggiamenti compiuti in occasione della manifestazione del 19 giugno. [...]

Il perfetto kit dell’anarchico comprensivo di ogni accessorio: bombolette spray e stencil per imbrattare i muri, e poi mazze, tirapugni, catene, passamontagna Mephisto, felpe, fionde e volantini in quantità. E’ il materiale rinvenuto dalla Digos nell’appartamento di un ragazzo 20enne di Modena, studente di Filosofia e di famiglia facoltosa. Insieme a lui, sono stati denunciati altri 8 giovani, d’età compresa tra i 20 e i 32 anni, residenti tra Bologna e Parma, tutti ritenuti vicini all’area degli anarco insurrezionalisti. Dovranno rispondere di reati che vanno dalla diffamazione alla detenzione di armi improprie, dall’imbrattamento agli atti vandalici, fino all’interruzione di funzione religiosa. L’indagine della Digos va avanti da oltre due mesi, esattamente dal 2 maggio scorso, quando un’irruzione di anarchici in Duomo, con conseguente interruzione del rito cattolico, portò alla luce un fenomeno fino a quel momento sconosciuto in città. Il lavoro di intelligence si è naturalmente intensificato prima e dopo la manifestazione anti Cie del 19 giugno, che ha lasciato dietro di sé uno strascico di danneggiamenti e polemiche. Gli investigatori sono riusciti non soltanto a identificare alcuni partecipanti, ma anche a delineare le modalità d’azione di un gruppo composto per lo più da persone residenti fuori provincia, con appoggi e collegamenti in altre regioni, ma che sembra prediligere Modena per le sue iniziative di lotta. La convinzione maturata dagli inquirenti è che il gruppo stia alzando il livello delle proprie azioni, diventato potenzialmente sempre più pericoloso. Per questo motivo sono stati presi in seria considerazione alcuni materiali sospetti rinvenuti a casa dello studente modenese: bilancini, provette, tubi dal contenuto incerto e polveri non meglio identificate. Un arsenale da piccolo chimico per la cui valutazione bisognerà attendere il responso dell’esame di laboratorio.

fonte

sabato 10 luglio 2010

[To] Accampamento esplorativo a Chiomonte

dal 15/07/2010 al 18/07/2010 Accampamento esplorativo a Chiomonte

Per conoscere meglio la nostra montagna, per ribadire la nostra opposizione al TAV, al tunnel della Maddalena, al nucleare e a tutte le nocività ... Quattro giornate di condivisione di idee ed esperienze, di pratiche e saperi, ... di festa e di lotta ...

da giovedì 15 a domenica 18 luglio 2010
Chiomonte - sito della Maddalena

... spazio tende ... spazio camper ... concerti ... deejay ... serate danzanti
laboratori dei saperi ... passeggiate ... dibattiti ... mostre ... distribuzioni
calcio balilla ... giochi vari ... colazioni ... pranzi ... cene ...

programma completo sul sito

programma


manifesto

giovedì 8 luglio 2010

Barcellona - Appello e programma per European Squatting Meeting

European squatting meeting
- Programma
-

Il prossimo 17, 18, 19 e 20 di giugno, si terrà una Incontro Europeo sull'Occupazione al “CSO La Forsa” (Avenida de la Fama, 41, Cornella de Llobregat – Barcelona), quindi stiamo contattando diversi gruppi in Europa che sono interessati a partecipare.
Ci piacerebbe che la definizione dei temi trattati sia un processo collettivo. Quindi inviamo una prima proposta del programma sul quale stiamo lavorando. Siamo quindi aperti a suggerimenti e opinioni. E' anche apprezzata qualsiasi forma di diffusione dell'incontro. Se vuoi poster dell'incontro, puoi richiederli dicendo quanti ne vuoi e dove spedirli.

Nello sviluppo del meeting, per rendere semplice la comprensione dei ponenti e il flusso della discussione, sarà disponibile un sistema di interpretazione simultanea. Poi, durante le sessioni cercheremo di apportare alcuni scritti sui differenti aspetti su cui parlare. Se hai qualche testo che pensi possa essere utile, per favore mandalo via mail prima del 1 giugno (per fare fotocopie) a :
jornadaskny010@riseup.net

Per i partecipanti che arrivano da fuori Barcellona, provvederemo ospitalità e cibo vegano ogni giorno, ma ci piacerebbe che tutti gli aspetti riguardanti le infrastrutture venissero considerate da assumersi collettivamente tra i gruppi di lavoro da organizzarsi al momento.

In particolare, nella sessione di Sabato sera sulle differenti lotte che sono state usate dal movimento Squatter come un generatore o come uno strumento di sviluppo, ci piacerebbe conoscere la tua esperienza. Se sei interessato a partecipare all'incontro, contattaci il prima possibile. D'altra parte, se non puoi venire, ma vuoi collaborare, puoi spedire qualsiasi materiale attinente da aggiungere al blog dell'incontro.

Per aggiungerti all'incontro e/o spedire informazioni, puoi contattarci a : jornadaskny010@riseup.net



Programma:

Mercoledì 16 giugno

Arrivo e benvenuto: Cibo, Bere e musica dal vivo (Txaranga)

Giovedì 17 giugno

Programma del mattino


Apertura: Presentazione dei diversi Squat presenti:

Schema di presentazione degli spazi sociali:

Contesto storico: inizio del movimento squatter in Europa
Contesto politico: aspetti legali, repressione e strategie di risposta (contatti e accordi con lo stato, risposta nelle strade, assimilazione degli sgomberi)
Presente e futuro
Connessioni con altre lotte

Ci piacerebbe che ogni collettivo potesse schematizzare tutto questo per essere più facilmente comprensibile.

Programma della sera

Discussione:
Ci piacerebbe esporre le differenti strategie contro la repressione seguite dai differenti spazi e luoghi e i loro effetti a lungo termine: legalizzazioni, accordi, differenti metodi di risposta diretta contro gli sgomberi e i suoi effetti sulle attività dello spazio (come la presenza di bambini, il supporto di gruppi illegali...)

Venerdì 18 giugno

Programma del Mattino

Esposizione di diversi casi particolari di reazione contro gli sgomberi (cerchiamo di non privilegiare una forma su un'altra e di presentare un largo spettro di azioni sufficientemente rappresentative nelle diverse maniere di affrontare l'azione diretta).

Programma della sera

Dibattito: le conseguenze delle differenti reazioni agli sgomberi. Quali gli effetti legali personali e di movimento a lungo termine?

Sabato 19 giugno

Programma del mattino

Colazione e teatro all'aria aperta
Manifestazione

Programma della sera

Presentazione delle differenti lotte che hanno come motore l'occupazione o che l'hanno utilizzata per svilupparsi.

Domenica 20 giugno

Programma del mattino

Discussione-dibattito:
Repressione poliziesca, sviluppo dei diversi metodi repressivi, se esiste a livello europeo una politica comune sull'occupazione e cercare di formare una visione generale da una prospettiva legale europea (comunanze e differenze tra nazioni e aree) Alcuni punti in comune?Stanno usando gli stessi metodi di repressione? (Indurimento delle pene, penalizzazione rinforzata in tutti sensi, condanne a multe pecuniarie, indurimento degli sgomberi, proposte di legalizzazione e ricupero degli spazi...)

Programma della sera

Discussione-dibattito:
Mondo poliziesco: risorse della polizia europea, come ci affetta, quali sono i suoi sviluppi e le sue azioni (DNA, banche dati, schede poliziali degli attivisti, accordi di blocco delle frontiere...)

Conclusioni e proposte per il futuro.

Concerto, beveraggi e saluti.

Le sessioni del mattino e della sera saranno divise in due momenti con una pausa nel mezzo.

Ci sarà interpretazione simultanea, porta una normale radio FM con auricolari per ascoltare l'interpretazione.

Blog:
http://www.faunanocturna.net/press/jornadaseuropeesdokupacio

E-mail:
jornadaskny010@riseup.net

Luogo:

“CSO La Forsa” (Avenida de la Fama, 41, Cornella de Llobregat – Barcellona)




Giornate Europee sull'Occupazione -
Comunicato

Cornellá de Llobregat, Barcellona
17-20 Giugno 2010
C.S.O.
La Forsa ( Av. de la Fama, 41)

L'anno scorso, il trattato
di Lisbona fu adottato definitivamente, fortificando un'Europa liberale
dove i grandi obiettivi sono la crescita economica e la competitività,
la massimizzazione del profitto capitalista come nucleo della crescita:
rafforzamento della moneta unica e dell'economia finanziaria,
ristrutturazione del profitto dei grandi capitali.

Consideriamo
che il processo d'integrazione europea si muove sulla creazione di uno
scenario comune che presenta le seguenti forme:

L'assimilazione e
il recupero delle lotte sociali per rinforzare lo Stato del Capitale.
Indurimento
delle leggi nazionali e internazionali per rinforzare la protezione
della proprietà privata e il profitto delle imprese e come conseguenza
logica una più grande precarizzazione e penalizzazione della povertà.
Perdita dei diritti dei lavoratori, dibattito europeo sulla giornata da
65 ore, esternalizzazione della produzione e sue conseguenze sociali,
economiche, ambientali nel malchiamato terzo mondo.
Limitazione della
libera circolazione delle persone per mantenere il contingente di mano
d'opera economica e disposta a qualsiasi lavoro però impedendo allo
stesso tempo il flusso di idee e persone. Queste restrizioni impediscono
il rafforzamento e la solidarietà tra lotte comuni, per esempio
l'appoggio alle popolazioni migranti (CIE, nuove leggi migratorie...) e
la nostra capacità di risposta di fronte a problemi globali
(contro-summit).

Per questo sentiamo la necessità di rinforzare
tutte le lotte di resistenza che provano a confrontarsi con il sistema
capitalista.
La necessità di incontrare uno strumento di analisi ci
porta a scegliere l'occupazione in sé, da un lato perché nel movimento
confluiscono i punti sopra esposti e dall'altra per il carattere
agglutinatore e trasversale delle lotte. Queste sono quindi delle
giornate per l'analisi collettiva del ruolo dell'occupazione nelle
differenti lotte e il cui obiettivo è generare strumenti che aiutino
ciascun collettivo a ripensare e rafforzare le sue strategie di fronte
ad uno scenario più comune di quello che a volte pensiamo.

Per
quel che riguarda il movimento d'occupazione, crediamo che attualmente
siamo in un punto cruciale che ci dovrebbe portare a revisionare e
valorizzare la occupazione come strumento valido di lotta e analizzare e
approfondire le strategie che si sono usate. Su questo aspetto pensiamo
che sia anche importante rivedere le risposte giuridiche e repressive
delle decisioni prese e come hanno affettato veramente le nostre lotte.
Sono state molto dure le conseguenze legali? Siamo disposti a subire le
condanne? La legalizzazione delle case occupate ha bloccato o fatto
crescere il movimento?

Durante queste giornate ci piacerebbe
approfondire da un lato, i cambi legali, politici e sociali che ci sono
stati in questi anni attorno agli spazi occupati e si valorizzeranno le
differenti strategie che si sono usate nei differenti luoghi così come
le sue conseguenze a corto e largo raggio.

Vogliamo senza dubbio
evitare le facili comparazioni sui temi e contestualizzare le esperienze
di ogni collettivo per creare riferimenti ma non modelli statici.

D'altra
parte, ci piacerebbe dedicare uno spazio durante le giornate alle nuove
leggi internazionali e le strategie poliziesche comuni che possono
affettare tanto l'occupazione come altre lotte.

L'obiettivo è
creare un processo collettivo di apprendimento e non creare nuove
organizzazioni né reti d'intercambio.

Vogliamo fuggire dai
dibattiti autoreferenziali e della comparazione sterile, per sviluppare
una prospettiva che ci aiuti a comprendere uno scenario europeo sempre
più uniforme e interconnesso e ad articolare nuove forme di resistenza.





Padova - 35° Suicidio in carcere dall'inizio dell'anno

Santino Mantice aveva 30 anni e avrebbe terminato di scontare la pena a settembre. E' il trentacinquesimo detenuto suicida quest'anno, il 590° caso avvenuto nelle carceri italiane dal 2000 a oggi PADOVA. Un detenuto italiano di 30 anni si è suicidato nella casa di reclusione di Padova. Santino Mantice - secondo quanto riferito da Francesco Morelli dell'Osservatorio permanente sulle morti in carcere - si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. Avrebbe terminato la pena fra tre mesi. Nel solo mese di giugno - rileva l'Osservatorio - nelle carceri italiane si sono impiccati sei detenuti, oltre a un detenuto in stato di semilibertà che si è suicidato, impiccandosi a un albero in provincia di Bolzano, quando ha saputo di dover tornare in carcere, e un giovane immigrato che ha compiuto il gesto estremo nella cella di sicurezza della Questura di Agrigento.


Dall'inizio dell'anno sono 29 i detenuti suicidi per impiccagione, mentre sei sono morti asfissiandosi con il gas delle bombolette. Il suicidio di Mantice è il 590° avvenuto nelle carceri italiane dal 2000 a oggi.

martedì 6 luglio 2010

Spagna - Juan Carlos Rico dal mattatoio carcerario di Valdemoro (Madrid III)


Sulla prigione/carcere: è già stato fatto, detto o scritto su questi "spazi ossari" in cui il potere assoluto sull'individuo determina efficacemente il "diritto" sulla vita e sulla morte di quelli che subiscono la reclusione, ovvero noi detenuti.

Parlare di carcere come istituzione totale e totalizzante è solo esporre uno dei suoi aspetti, quello che regola la vita del detenuto dentro la prigione. Il carcere è questo ed anche molto di più. La prigione è l'istituzione chiusa e quasi totalmente fosca in cui lo Stato o gli Stati, a livello internazionale ed in convivenza con le gerarchie dominanti parassitarie, esercitano non solo la tortura e la privazione dei "diritti" più elementari in maniera pianificata ma anche la mattanza industriale con fini mercantili contro tutte quelle sfere della popolazione a livello mondiale che non rientrano nel modello capitalista di produzione/consumo. Questa parte della popolazione è stata etichettata come "delinquente" da parte degli altri poteri: giudiziario, poliziesco.

Un altro degli aspetti già noti della prigione è quello di esercitare, mediante la sua sola presenza un monito costante alla popolazione "normalizzata" (ossia quelli che stanno/agiscono all'interno dell'attuale sistema sociale) su come potrebbe finire se non si adatta allo schema di condotta convenzionale, restando esclusi da questo schematismo le classi dirigenti. Infatti, non bisogna mai dimenticare che l'azione del carcere è rivolta esclusivamente alla popolazione che occupa la base della piramide dell'architettura sociale, quella degli svantaggiati, degli spossessati da tutto.

Per questo dico che è un dovere ineluttabile da parte degli esseri umani, coscienti e consapevoli di questa mattanza all'ingrosso, quello di DISTRUGGERE queste istituzioni, sia nelle fondamenta ideologiche che materiali. Quando dico distruggere, mi riferisco a DEMOLIRE queste costruzioni architettoniche che rinchiudono e annientano la vita umana, liberando dalle stesse i nostri fratelli e sorelle. In effetti tali istituzioni sono incompatibili con il divenire di una nuova forma di intendere il mondo e le persone che in esso vi abitiamo. In definitiva, il modo di concepire la vita.

Questo è solo il mio punto di vista e pertanto la mia unica pretesa è quella di contribuire a chiarire con umiltà, ma in maniera tassativa, alcune delle funzioni accessorie della reclusione.

Se non siete capaci di agire in maniera efficace contro il crimine istituzionalizzato a scala mondiale, ci avvieremo nuovamente a subire un altro olocausto o forse l'ultimo. Perciò, fratelli dovreste iniziare ad organizzarvi per assestare colpi a quest'istituzione assassina, a questo strumento di controllo sociale mediante il terrore nella mani delle caste dominanti, utilizzato per imporre la loro visione oligofrenica su come deve funzionare il progetto anormale di vita.

RICORDATEVI che stiamo parlando di centinaia di esseri umani morti, persone che vengono ASSASSINATE con totale impunità, in nome della democrazia, di fronte ai vostri stessi occhi. Rifletteteci.

Grazie per ascoltarmi/ascoltarci.

Haiti, l'ONU indaga su una “presunta” mattanza di prigionieri in seguito al terremoto, nella prigione di les Cayes,….. da aggiungere alla lista.

Approfitto dell'occasione per mostrare il mio sostegno e la mia solidarietà a Honorio Gómez Alfaro (Pope) per essere coerente con quel che pensa e per metterlo in pratica, perché quel che si pensa e che non ha alcuna incidenza nell'ambiente che ci circonda è solo un'astrazione sprovvista di effetti pratici.

FUEGO AL SISTEMA

JUAN CARLOS RICO RODRIGUEZ
Mattatoio carcerario di VALDEMORO

Modulo 4 di segregazione - MADRID III


A Roma, vetri rotti, scritte, una macchina rovinata: la "Cascina" comincia a pagare pegno per i suoi affari nei Cie "verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte, per quanto voi vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti". Nella notte di martedì 16 giugno 2010, è stata attaccata a colpi di mazzetta la sede centrale de La Cascina a Roma, via Antolisei, zona Torvergata. Sono state infrante le vetrate del pianoterra e lasciata una grande scritta contro i CIE. La Cascina è l'azienda implicata maggiormente nella gestione del lager di Ponte Galeria.

SOLIDARIETA' AI RECLUSI IN LOTTA
NEL CIE DI PONTEGALERIA COME OVUNQUE




Roma-Torpignattara Nella notte del 16 giugno:bloccate le serrature con acciaio liquido, ricoperta da vernice rosso sangue e lasciata la scritta "no cie" su una macchina della collaborazionista CASCINA,azienda che rifornisce alimenti scaduti ai reclusi/e del lager di Ponte Galeria.

SOLIDALI CON I RIVOLTOSI
NEI LAGER DEMOCRATICI

LIBERTA' PER TUTTI/E

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Joy è libera?

15 Giugno, 2010
“Joy è libera!”. Venerdì 11 giugno la notizia rimbalzava qua e là sul web prima ancora che Joy arrivasse in un primo luogo di sosta per riposarsi per poi successivamente spostarsi in una “casa protetta”, nonostante le preziose raccomandazioni date da Be Free all’epoca della liberazione di Florence. Addirittura il giornale Liberazione ne annunciava l’avvenuta “regolarizzazione”, mentre nel Cie di Modena Joy ancora aspettava che le dessero il permesso di soggiorno.
Joy, infatti, è uscita dal Cie di Modena, dopo aver aspettato per quattro interminabili ore rispetto all’orario che le era stato comunicato, con un permesso di “protezione umanitaria” – che è ben diverso dalla libertà per come la intendiamo noi.

Ovviamente ci fa immenso piacere che sia uscita dal circolo Cie-carcere-Cie. Ma la lotta contro i Cie non deve fermarsi qui e i facili entusiasmi non ci appartengono.


L’undici giugno abbiamo imparato quanto non sia facile garantire la sicurezza – quella vera! – di una donna immigrata, in particolare se vittima di tratta. E questo ci ha spinte ad una riflessione: se la vicenda di Joy non fosse diventata “pubblica”, dando vita a mobilitazioni di piazza in tante città italiane, molto probabilmente sarebbe già stata rimpatriata e data in pasto ai suoi sfruttatori; ma, d’altra parte, questo esser diventata una figura “pubblica” ha rappresentato per lei (e per chi era con lei quel giorno), nel momento più delicato, un pericolo reale. Dunque ci chiediamo se sia possibile agire con accortezza ed intelligenza, senza perdere spessore politico e rispettando fino in fondo la storia di una donna.

Noi crediamo di sì, e ringraziamo Joy di avercelo insegnato.

Le auguriamo di cuore che possa al più presto trovare la libertà, quella vera, al di là di percorsi protetti che, se pure “per il suo bene”, ancora per molti mesi sovradetermineranno la sua vita imponendole privazioni – ad esempio l’impossibilità di tenere con sé il cellulare o di uscire, almeno i primi tempi, per conto proprio.


Auguriamo di cuore a chi ha accettato la sua presa in carico – a fronte di associazioni che si sono vergognosamente arrampicate sui vetri per trovare pretesti e giustificare il rifiuto – di poter a sua volta imparare da Joy con la fiducia e la sensibilità necessarie.


Prima di partire per la città in cui trascorrerà i prossimi mesi, Joy ha voluto lasciarci un messaggio in più lingue per tutte e tutti coloro che, per quasi un anno, non l’hanno mai lasciata sola nelle mani degli aguzzini – anche a costo di denunce e manganellate.

Saluto di Joy


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